Vivere in un condominio a San Francisco
In Italia vivevo in un bell'appartamento, all'interno di un condominio. Era in una bellissima zona del centro di Padova, si affacciava su un silenzioso cortile interno e tutte le finestre davano sul cupolone della Chiesa del Carmine.
Ricordo bene che, appena arrivata in quella casa, mi sentivo addosso gli sguardi inquisitori dei vicini che ci guardavano con sospetto, noi ultimi arrivati.
Piano piano, forse grazie anche all'ascensore che creava l'occasione perfetta per un rapido quanto intenso scambio di idee, mi sono fatta conoscere e così mi sono fatta degli amici. Abbiamo conosciuto una coppia di ragazzi, della porta accanto, con i quali ogni tanto ci si vedeva un film assieme o si organizzava un dopo cena di chiacchiere sul divano (e quanto era facile muoversi in ciabatte da una casa all'altra!). Sempre sullo stesso piano c'era un'altra famiglia con cui avevo stretto amicizia e con la quale ancora ci si scrive per qualche aggiornamento significativo e per gli auguri di Natale e Pasqua.
A parte questo idillio al terzo piano, con gli altri inquilini i rapporti erano piuttosto freddi, se non inesistenti. C'erano anche stati dei battibecchi e dei veri e propri litigi con quelli del secondo piano, persone approfittatrici e prive di rispetto per gli altri, che nemmeno io, che ho sempre guardato al bene comune, riuscivo a sopportare!
Anche la Maison Jaune si trova in un condominio: ci sono 6 appartamenti in tutto, due per ogni piano e, come successe in Italia, siamo diventati amici dei vicini: una coppia di ragazzi indiani da noi soprannominati "Gli Indianini".
Con gli Indianini si è creato proprio un bel rapporto, fatto di conversazioni sporadiche nate dagli incontri casuali negli spazi comuni. Un paio di volte hanno bussato alla porta in cerca di aiuto: una volta per un problema con l'acqua e un'altra volta per la scomparsa del loro gatto (denominato infatti "Il Fuggitivo" da allora). Persone cordiali, propense al sorriso e al saluto, che dopo la nascita di Tegolina hanno interagito con lui proprio con un bel fare. Insomma, una conoscenza piacevole che contribuiva a rendere accogliente l'ambiente.
Purtroppo pero' qualche giorno fa hanno traslocato lasciandoci nella tristezza più cupa...
I restanti appartamenti sono occupati da altre coppie, tutte americane. E con gli americani... si sa... l'interazione è più difficile: i rapporti sono cordiali ma rimangono superficiali (parlavo qui dell'amicizia in America).
Inoltre, credo che gli inquilini del secondo piano ci odino. Da quando è nato Tegolina sicuramente i suoi risvegli nella notte devono essere risultati antipatici a loro, ma quando mi sono scusata per il rumore, non ho ricevuto che un "It's ok" piuttosto sprezzante, di risposta, che lasciava intendere esattamente il contrario. Qualche giorno dopo, la conferma: mi si rompe una delle due borse della spesa proprio nell'ingresso, la confezione dello yogurt si apre un po' e lo yogurt finisce sul pavimento. Sono lì che raccolgo i pezzi e ripulisco quando si avvicina il vicino ed esclama: "Oh my God!"; poi se ne va col suo cane.
Fortuna che non sono tutti così gli inquilini americani!
C'è anche un ragazzo gentilissimo: ogni volta che lo incontro e, come una vera e propria divinità indiana, sto tenendo Tegolina in braccio mentre con la stessa mano reggo il passeggino e sull'altra spalla tengo altre mille borse pesanti, mi chiede sempre se ho bisogno di aiuto; si offre di portarmi su la spesa o mi ripiega e mette a posto il passeggino... insomma, un vero angelo che, tra l'altro, ha sempre la battuta pronta. Lo stesso si può dire per un'altra ragazza americana - credo viva qui da sola - che anche lei mi aiutato più volte con la spesa o anche solo tenendomi la porta aperta.
Degli altri inquilini non posso dire proprio nulla: non li conosco nemmeno! Strano, lo so, visto che ci sono solo 6 nuclei familiari in tutto, ma qui il ricambio è molto rapido, tant'è che noi, residenti da due anni e mezzo, siamo gli inquilini più datati! Gli americani non rimangono mai troppo a lungo nella stessa città, confermo!
Quindi adesso che gli Indianini se ne sono andati, il premio per gli inquilini più fedeli nel tempo spetta a noi italiani! Appena vedo i padroni di casa, lo farò presente. =)
Alla prossima
Ricordo bene che, appena arrivata in quella casa, mi sentivo addosso gli sguardi inquisitori dei vicini che ci guardavano con sospetto, noi ultimi arrivati.
Piano piano, forse grazie anche all'ascensore che creava l'occasione perfetta per un rapido quanto intenso scambio di idee, mi sono fatta conoscere e così mi sono fatta degli amici. Abbiamo conosciuto una coppia di ragazzi, della porta accanto, con i quali ogni tanto ci si vedeva un film assieme o si organizzava un dopo cena di chiacchiere sul divano (e quanto era facile muoversi in ciabatte da una casa all'altra!). Sempre sullo stesso piano c'era un'altra famiglia con cui avevo stretto amicizia e con la quale ancora ci si scrive per qualche aggiornamento significativo e per gli auguri di Natale e Pasqua.
A parte questo idillio al terzo piano, con gli altri inquilini i rapporti erano piuttosto freddi, se non inesistenti. C'erano anche stati dei battibecchi e dei veri e propri litigi con quelli del secondo piano, persone approfittatrici e prive di rispetto per gli altri, che nemmeno io, che ho sempre guardato al bene comune, riuscivo a sopportare!
Interno della Maison Jaune |
Con gli Indianini si è creato proprio un bel rapporto, fatto di conversazioni sporadiche nate dagli incontri casuali negli spazi comuni. Un paio di volte hanno bussato alla porta in cerca di aiuto: una volta per un problema con l'acqua e un'altra volta per la scomparsa del loro gatto (denominato infatti "Il Fuggitivo" da allora). Persone cordiali, propense al sorriso e al saluto, che dopo la nascita di Tegolina hanno interagito con lui proprio con un bel fare. Insomma, una conoscenza piacevole che contribuiva a rendere accogliente l'ambiente.
Purtroppo pero' qualche giorno fa hanno traslocato lasciandoci nella tristezza più cupa...
I restanti appartamenti sono occupati da altre coppie, tutte americane. E con gli americani... si sa... l'interazione è più difficile: i rapporti sono cordiali ma rimangono superficiali (parlavo qui dell'amicizia in America).
Inoltre, credo che gli inquilini del secondo piano ci odino. Da quando è nato Tegolina sicuramente i suoi risvegli nella notte devono essere risultati antipatici a loro, ma quando mi sono scusata per il rumore, non ho ricevuto che un "It's ok" piuttosto sprezzante, di risposta, che lasciava intendere esattamente il contrario. Qualche giorno dopo, la conferma: mi si rompe una delle due borse della spesa proprio nell'ingresso, la confezione dello yogurt si apre un po' e lo yogurt finisce sul pavimento. Sono lì che raccolgo i pezzi e ripulisco quando si avvicina il vicino ed esclama: "Oh my God!"; poi se ne va col suo cane.
Fortuna che non sono tutti così gli inquilini americani!
C'è anche un ragazzo gentilissimo: ogni volta che lo incontro e, come una vera e propria divinità indiana, sto tenendo Tegolina in braccio mentre con la stessa mano reggo il passeggino e sull'altra spalla tengo altre mille borse pesanti, mi chiede sempre se ho bisogno di aiuto; si offre di portarmi su la spesa o mi ripiega e mette a posto il passeggino... insomma, un vero angelo che, tra l'altro, ha sempre la battuta pronta. Lo stesso si può dire per un'altra ragazza americana - credo viva qui da sola - che anche lei mi aiutato più volte con la spesa o anche solo tenendomi la porta aperta.
Degli altri inquilini non posso dire proprio nulla: non li conosco nemmeno! Strano, lo so, visto che ci sono solo 6 nuclei familiari in tutto, ma qui il ricambio è molto rapido, tant'è che noi, residenti da due anni e mezzo, siamo gli inquilini più datati! Gli americani non rimangono mai troppo a lungo nella stessa città, confermo!
Quindi adesso che gli Indianini se ne sono andati, il premio per gli inquilini più fedeli nel tempo spetta a noi italiani! Appena vedo i padroni di casa, lo farò presente. =)
Alla prossima
Commenti
Ora pero', si', dovete essere voi a tenere alta la bandiera del benvenuto.:)
Qui viviamo in un "condo" ma, a parte un cordiale "Hi" quando ci si incontra qui fuori o a ritirare la posta, non ci sono contatti. Con quelli di sotto abbiamo avuto un increscioso episodio ma fortunatamente fra pochi giorni si trasferiscono!