Impressioni sull'amicizia

Su certe questioni, è difficile generalizzare, lo so. 
Ragionavo però sulla concezione italiana dell'amicizia - se davvero così si può definire - e in generale sui rapporti umani, in Italia o in America. 
Credo ci siano delle notevoli differenze tra questi due mondi, differenze per lo più culturali, tali rendere il popolo italiano notevolmente diverso da quello americano, anche sotto questo particolare aspetto sociale. 
Riflettevo appunto sui rapporti umani in particolare. Noi italiani - o forse solo io, che però sono italiana! - mi pare siamo quasi abituati, o meglio, quasi ci aspettiamo, che nel tempo i nostri rapporti si evolvano diventando sempre più forti, arricchiti dal passare del tempo da un lato e dalle esperienze dall'altro. Da un incontro qualunque a volte ci aspettiamo che esso porti con sè dei semi capaci di germogliare e di far nascere una pianta che può mettere radici e crescere alta, anche se, a dire la verità, questo non sempre succede. Spesso però ci capita che una frequentazione casuale diventi abitudinaria, che una semplice conoscenza diventi Amicizia, e che un rapporto, all'inizio freddo e indifferente, si trasformi in qualcosa di importante per la nostra esistenza.
Ecco, ho come l'impressione che questa sorta di "spessore storico" dei rapporti sociali, che ai nostri occhi - e forse anche al nostro cuore - cresce nel tempo, modificandosi, evolvendosi, arricchendosi di nuove sfumature e di nuovi significati, sia cosa oscura al mondo americano, del resto quasi del tutto incapace di concepire la storia con uno spessore millenario.
Mi sembra, ma questa è un'impressione, che gli americani di media siano abituati piuttosto ad incontri rapidi, segnati dal susseguirsi dei giorni, che però non paiono sommarsi l'uno sull'altro, chiudendosi piuttosto l'uno dietro l'altro, senza quasi volersi portarsi dietro troppe tracce. Mi pare insomma che qui le amicizie siano determinate dagli incontri che si fanno in diversi ambiti della vita e siano segnate dalle attività che si possono fare insieme settimanalmente. Ci sono quindi gli amici del lavoro, quelli del corso di yoga, gli amici con cui vai a fare shopping, gli amici delle escursioni in montagna... Questi gruppi rimangono però distinti, separati da una sottile linea segnata proprio dal singolo, che ne stabilisce i confini. Le amicizie nascono comunque anche da incontri casuali e sono fresche, vivaci, briose. Ma in qualche modo, sembrano rimanere costanti, sempre uguali, anche se uguali non sono perchè ogni incontro costituisce l'occasione per guadagnare un nuovo pezzetto di conoscenza dell'altro. 
Con questo, non voglio di certo dire che un modo di concepire l'amicizia sia meglio dell'altro. Semplicemente credo sia diverso e penso non sia facile per noi italiani capire fino in fondo questo concetto di amicizia che segue il corso degli interessi e degli hobbies. Si tratta di un mondo, quello americano, in cui l'IO conta più del resto. Ma anche questo, con i suoi pro e i suoi contro. In fondo, non lo trovo poi così sbagliato: sabene che il nostro io sia soddisfatto nell'unica vita che ha a sua disposizione! In Italia questo concetto potrebbe forse suonare un po' egoistico, ma in realtà tutti mettiamo il nostro io davanti ad ogni cosa, in ogni piccola e grande scelta che facciamo, ed è giusto che sia così! Mi pare solo che in Italia ci si vergogni un po' di più nel dirlo perchè pare brutto che il nostro ego sia più importante degli altri, anche ai nostri occhi. Qui invece lo ammettono con grande sincerità, ritenendo che non ci sia niente di male in questa verità.
Discorsi lunghi e complessi a cui possono seguire davvero molte riflessioni...  
Per tutti questi motivi, trovo comunque che sia stato molto piacevole per noi italiani bloggers attivi a San Francisco incontrarci ieri alla Boulangerie nel downtown. Mi chiedo ora quali possano essere i semi di questo incontro comunitario. Sicuramente sono nate delle considerazioni e in parte, le avete lette qui! Forse, e lo spero vivamente, seguiranno altri incontri. Sono davvero curiosa di vedere che tipo di evoluzione vivranno questi rapporti: americana o italiana per gli italiani che vivono negli Stati Uniti da tempo?
Vi saprò dire!
Alla prossima,
Sabina

Commenti

Elena Galli ha detto…
metti un seme per un prossimo caffè con me :-)

hai ragione e condivido la riflessione che hai fatto che preò, ti dirò, la allarga ai rapporti in generale e non solo di amicizia. Per quel che mi riguarda lo osservo molto tra i rapporti tra genitori e figli, dove il "me time" è sempre al primo posto. Ma bisognerebbe aprire un altro capitolo...
grazie per questa riflessione!
a presto,
ele
Anonimo ha detto…
Sono d'accordo con quello che scrivi, ed è una cosa che sto notando anche io da quando mi trovo qui. Più che altro, credo, ma magari mi sbaglio, che ci differenzia una sorta di "profondità" dell'amicizia. Noi siamo in grado di mantenere vivo un rapporto con un amico anche se può succedere che la si pensa in modo diverso e si hanno opinioni contrastanti su determinate cose e anzi spesso, o almeno nel mio caso, il confronto continuo, la discussione fanno maturare il rapporto e lo rendono più autentico. E mi ha fatto piacere sentirmelo dire dal mio insegnante di inglese americano che ha vissuto in Europa e ha notato anche lui questa cosa.
italo-lombardo ha detto…
Sono d'accordo. Lo noto pero' anche in UK e spesso fuori dai confini italiani.
Giupy ha detto…
Anche io ho notato una diversita' di rapporti tra americani e italiani, e sono contenta di non essere l'unica! C'e' da dire pero' che i miei compagni di corso vengono un po' da tutti gli Stati Uniti e ho notato anche tante differenze tra uno stato e l'altro. Una cosa che mi ha colpito subito e' trovare persone veramente molto disponibili, molto piu' che in Italia- tipo ragazze che mi conoscevano da mezz'ora e gia' mi davano passaggi in macchina per andare a comprare le cose che mi servivano- ma poi ZERO, non si sono piu' fatte sentire nonostante io cercassi di stabilire un'amicizia. Ho notato poi che sono meno "spontanei" di noi: per me e' normale passare da un amico per un caffe' o chiamare qualcuno il sabato pomeriggio per uscire il sabato sera. Invece qui mi sembra che si organizzino sempre in anticipo, non ti fanno mai una visita a sorpresa e non ti chiamano giusto per fare due chiacchere (e questo secondo un mio compagno di classe e' perche' hanno un'idea molto forte della privacy). Mi piacerebbe proprio capire di piu' cosa passa per la testa di questi americani!! Per ora sto cercando di abituarli al fatto che baciare le persone quando le saluti e' bello e amichevole XD
Marica ha detto…
perfettamente d'accordo con te e con giupy.

all'inizio pensavo fosse un mio problema, poi ne parlai con l'insegnante di inglese qui in america e lei mi spiego' che gli americani ci tengono molto alla propria indipendenza e ai propri spazi, non vogliono dipendere dagli amici :-/
elle ha detto…
Uhm...quindi proprio questione di puro e sano egoismo?
Non concordo sul fatto che sia così per tutti. Voglio dire, chi ha la fortuna di avere un amico vero sa che capita anche di mettere il bene dell'altro davanti al proprio.
Diversamente a mio parere le amicizie non possono evolvere, perché restano per lo più rapporti sociali di convenienza (per carità, anche piacevoli). Anteporre anche l' altro a se stessi è una condizione necessaria per un'amicizia, come per tutti i rapporti profondi, anche se non è sufficiente. Non basta, ovviamente, perché poi ci possono essere tanti altri motivi per cui un rapporto non va oltre.
Ecco, io in un posto come gli USA per quest'aspetto farei molta fatica.
Grazie per questo spunto.
Sabina ha detto…
Come scrivevo sopra, a noi italiani sembra una forma di egoismo, ma in realtà penso si tratti di una diversa consapevolezza di sè e dell'importanza del proprio io, ma in senso positivo!
Anch'io avevo la tua stessa visione dell'amicizia: ora invece (ma da qualche anno a questa parte ormai!), la concepisco come il punto d'incontro tra due persone che non nascondono il proprio io dietro a qualcun altro, nemmeno se si tratta del loro migliore Amico, ma riescono a trovare un punto di equilibrio, unico e raro, in cui, nel rispetto del proprio io e delle proprie priorità, riescono ad incontrarsi condividendo i momenti importanti della vita
Sabina ha detto…
Mi piacerebbe molto affrontare la questione con un americano d.o.c.: vorrei sapere che cosa ne pensano della loro visione! Chissà se ci hanno mai ragionato seriamente e se hanno mai messo in discussione il loro approccio!
Sabina ha detto…
Sono friendly sin dall'inizio, questo è evidente: pare però che non riescano ad andare oltre questo iniziale entusiasmo!
Condivido anche il parere del tuo compagno di classe relativamente al loro concetto di privacy: anche dal mio punto di vista parte del loro comportamento è dovuta a questo. Noto ad esempio che chiudono rapidamente i discorsi e mi sono convinta che non vogliano irrompere nel tuo spazio... un concetto quasi del tutto oscuro al popolo italiano! ;)
Sabina ha detto…
Molte le affinità coi britannici!
Sabina ha detto…
Credo che l'idea sia un po' questa in America: tu hai le tue idee, io le ascolto, magari non le condivido e rimango nella mia posizione.
Noi forse nel confronto con l'altro siamo più predisposti a cambiare parere in seguito ad una discussione, specialmente se ci stiamo confrontando con un amico... ma non sempre!
Sabina ha detto…
Messo il seme! :) Ci vediamo presto, promesso!

Rosanna ha detto…
Arrivata a questa età penso che l'amicizia sia la disponibilità che una persona dimostra, in qualsiasi momento, di saper ascoltare le necessità degli altri, nel momento del bisogno, lasciando da parte quello che sta facendo. Vi assicuro che non è facile da aiutare.
Per me essere anici non è passare serate allegre in compagnia. Posso essere amica di una persona che non vedo da anni ma quando squilla il telefono e mi chiede qualcosa o il contrario scatta la risposta!!!!! E ritengo positivo il rispetto dell'altro: la curiosità e l'invadenza non fanno parte dell'amicizia.... ma il io punto di vista è lontano dal vostro nella linea dell'età......quindi può avere ragnatele e polvere......
Arianna ha detto…
Guarda, ho pensato la stessa cosa il giorno che ho impacchettato le mie cose dalla caotica Londra e sono rientrata in Terra Friulana. Dopo aver passato mesi con delle persone, queste non sono nemmeno venute a salutare.
Offrendogli gratuitamente i miei acquisti ikea (pentole eccetera) hanno detto che se glieli portavo io (in metro!!!!) andava bene, altrimenti loro non venivano a prenderseli. CHE TRISTEZZA INFINITA! Proprio una sberla in viso!

Arianna
L'angolo di me stessa ha detto…
Sempre interessanti questi parallelismi tra diverse culture, poi tu hai fatto un'analisi molto precisa senza dilungarti troppo in inutili sofismi.
Anche io in questi giorni sto pensando a come siamo diversi noi italiani nelle relazioni con gli altri e nella famiglia, se riesco a dare un senso logico a questi pensieri magari ci scrivo anche io qualche riga :)
Cristina Arnaldi ha detto…
Scusate, voi che siete esperti, ma l'amicizia di un americano con uno straniero fin dove può spingersi? Ovvero: l'amicizia è fine a se stessa ovvero al momento (per weekend, shopping ecc ecc e poi ognuno a casa sua) o può anche essere di supporto? Grazie Cristina
Sabina ha detto…
@Cristina non credo che qui siamo "esperti", credo che ognuno parli della sua personale esperienza. Detto questo, conosco americani che sono amici da tanto tempo e farebbero qualunque cosa per i loro migliori amici. In generale pero' vedo che sono molto rare le amicizie così profonde... in cui si offre supporto e affetto incondizionato ad un amico. Spesso qui in California vedo che la gente vive la propria vita senza farsi troppo i fatti degli altri, restando sempre con una certa distanza, rispettosa, eh, ma sempre di distanza si tratta. Ho l'impressione che gli americani siano molto più abituati di noi italiani a reclamare i propri spazi e a difenderli, anche a costo di avere amici più distanti. Non so se mi spiego...

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