Oakland marathon 2013

Dopo la San Francisco marathon del 2012, eccoci arrivati ad Oakland, una città situata 19 km a est rispetto a San Francisco, al di là della baia
42 km, come sempre per la maratona. Ma questa volta, una sfida in più: abbassare il tempo dopo un lungo allenamento che ha tratto ispirazione da un libro intitolato Run less, run faster (= Corri meno, corri più forte). Non male come motto, eh? 
Questo il percorso completo della maratona in città. 
Devo dire che non era dei più favorevoli per un tempo record, con la classica partenza che ti spezza le gambe, per così dire
Date un'occhiata all'altimetria segnata qui sotto. 
Impossibile non accorgersi di quel picco iniziale che rappresenta praticamente un terzo del percorso complessivo. 
Mentre scattavo questa foto al cartellone collocato nel salone allestito sabato per il ritiro dei numeri e delle maglie, si sono avvicinati due ragazzi: "You see?" - diceva uno - "Now, can you understand why I chose the half marathon instead of the full?". Il ragazzo se la rideva spavaldo, cercando di apparire come il più furbo di tutti per aver scelto la mezza maratona che aveva un percorso decisamente meno impegnativo.  
Io, di fronte a codeste parole, rabbrividivo pensando al mio povero marito maratoneta. Fantasticavo, come Amélie, immaginandomelo già appeso alla parete rocciosa delle montagne di Oakland per raggiungere il traguardo. La solita esagerata!
Presa da qui
Ma allo stesso tempo pensavo che mio marito non è un loser, come direbbero i più giovani tenendo le dita della mano dritte a formare una L sulla fronte
Mai si tirerebbe indietro da una sfida! E questo mi rende orgogliosa di lui, anche oggi
Nel salone dove abbiamo ritirato il numero, l'aria che si respirava non era elettrizzante come a San Francisco un anno fa. Di certo sentivamo la mancanza del nostro Paolo, fedele compagno di maratone, che questa volta non aveva potuto essere dei nostri.
Immaginavamo inoltre che la maratona di Oakland, un evento che ha una tradizione di soli 4 anni, avesse un riscontro diverso nel pubblico. Comunque, erano circa 10000 gli atleti coinvolti e, oltre alla maratona, c'erano anche la mezza maratona con un percorso di 21 km e il relay (i 42 km totali erano percorsi da 4 diversi atleti a staffetta per un totale di 10.5 km per ognuno), oltre alle gare pensate per i più piccoli. 
Ciò che non immaginavo invece è che Oakland fosse una bella città con un romantico lungolago che si è fatto apprezzare in una calda e soleggiata giornata di fine marzo.
A San Francisco infatti la città di Oakland è nota soprattutto per la violenza che a dire di tutti regna sovrana. Ci hanno raccomandato più volte di non andarci mai di sera. E addirittura, una collega del marito che ci vive, gli ha suggerito di correre più forte che poteva... perché... non si sa mai!  
L'impressione che abbiamo avuto noi, vedendola di giorno in questa particolare occasione, è stata comunque molto positiva. Certo è che per farsi un'idea più veritiera di un luogo non basta sicuramente averlo esplorato in breve tempo e in queste circostanze del tutto eccezionali
Ma torniamo ai dettagli della maratona.
Domenica mattina sveglia all'alba. Pastasciutta pronta alle 5:00 (ancora mi chiedo come sia riuscito ad ingurgitarla!). Un po' di yoga di riscaldamento e poi via, agitati come sempre in queste occasioni. In auto, non si parla. Concentrazione a mille. E anche un po' di sonno, ma quella sono io.
Entriamo a Oakland, alla ricerca della partenza, e ci fermiamo in una strada chiusa da una serie di coni bianchi e arancioni. Scenetta divertente: scendiamo entrambi dall'auto, parcheggiata praticamente in mezzo alla strada - sostiene il marito - e comincio a far passare le spille da balia attraverso i fori situati alle quattro estremità del numero per fissarlo alla maglia, e per farlo mi appoggio ad un'auto parcheggiata accanto alla nostra. Il marito comincia a cambiarsi e appoggia anche tutti i suoi vestiti sul cofano dell'auto accanto. Peccato che l'auto fosse abitata! Quando ce ne siamo accorti (sentivamo forse quei quattro occhi puntati su di noi?), non abbiamo potuto fare altro che scusarci con gesti ed espressioni rammaricate, raccattando in fretta e furia tutte le nostre cose prima di scusarci ancora
Qui vi mostro la sintesi della gara: il marito alla partenza con il numero appena attaccato; il marito durante la gara; e il marito alla fine della gara, raggiante, con la sua bella medaglia al collo dopo 4 ore e 1 minuto di corsa.
Che cosa è successo nel mentre?
Beh, posso raccontarvi il punto di vista dello spettatore tifoso o meglio, della moglie emozionata che inseguiva il marito in auto, sbucando a mo' di bucaneve lungo il percorso.  
A differenza di San Francisco, non era possibile seguire l'atleta durante la corsa grazie al cip che aveva dietro al numero quindi, basandosi essenzialmente sui tempi di percorrenza sperati, ho cercato di intercettarlo in più punti, offrendogli sempre un'invitante bottiglia di acqua fresca. La samaritana. 
Lui dice che è stato divertente vedermi saltare fuori quando meno se l'aspettava. Io ringrazio il satellitare nel telefono che mi ha guidato attraverso strade totalmente sconosciute. Mai percorso la tangenziale così tante volte qui in America! E devo dire che mi sono anche divertita a studiare la mappa con le miglia segnate per decidere dove andare di volta in volta, sapendo quanto tempo avevo a mia disposizione.  
Di ognuna di quelle tappe ho dei ricordi indelebili delle persone che insieme a me incitavano i corridori lungo il percorso. 
"You can do it!" (= potete farcela!). 
"Hei brothers, you're great!" (= siete grandi fratelli!).
"Almost there!" (= ci siete quasi!).
Queste sono solo alcune delle frasi di incoraggiamento che sentivo gridare a squarciagola. Stima sincera e grande ammirazione per i 10000 che si cimentavano nell'impresa. E in cambio, noi spettatori partecipi ricevevamo sorrisi e ringraziamenti da parte degli atleti per lo meno nella prima parte della gara. Dal 37esimo chilometro... il livello di devastazione fisica era troppo alto anche solo per uno sguardo in più.
Tra una corsa e l'altra, non ho smesso di guardarmi attorno per accorgermi che la primavera ha proprio inondato di colore la California. Ecco a voi le prove!
Alla prossima maratona allora!  
E chissà che sia la volta buona. 
Per che cosa? 
Per arrivare in tempo al traguardo e godermi l'arrivo del mio campione! 
Non ci sono ancora mai riuscita. 
Sob.

Commenti

Rosanna ha detto…
Aspettavamo con ansia la cronaca della maratona anche se in registrata, che non ha deluso le nostre aspettative..... Certo che nelle foto Leo non è tanto diverso prima e dopo i 42 km. Per quanto riguarda le immagini dei fiori: sono i colori che stiamo aspettando in una primavera che sa da inverno pieno!
Complimenti al marito!! e a te che devi essere una grande sostinetrice.. non ti conosco da molto ma ti leggo fra le righe dei tuoi post e sono sempre carichi di quel qualcosa di davvero sentito.. con la persona giusta si può arrivare fino alla luna e tornare.. ;)
Sabina ha detto…
Che bel complimento! Grazie di cuore!
Mi fa sinceramente piacere sapere che si colgano le emozioni che si nascondono tra le mie parole, e concordo pienamente sul fatto che con la persona giusta si possa sempre sfiorare quotidianamente il cielo con le dita!
Sabina ha detto…
Sapevo che attendevate impazienti il resoconto... ed eccolo qui!
Il punto di vista del corridore lo avevate già avuto: sapevo che mancavano le foto e i dettagli dal pubblico non pagante! ;)
Anonimo ha detto…
Pasta alle 5 di mattina... agitazione e concentrazione... mi ci ritrovo a pennello!

Nicola

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