Laugh laugh... e North Beach

Oggi per il ferragosto, vi voglio presentare i Beau Brummels, un'altra band formatasi a San Francisco nella prima metà degli anni Sessanta. Il gruppo in questione fu scoperto da Sly Stones di cui parlavamo ieri e che al tempo lavorava per la casa discografica Autumn Records. E proprio con il singolo Laugh, Laugh, i Beau Brummels debuttarono e divennero famosi in America. Le teenagers impazzivano per loro. 
Nel 1965, raggiunto l'apice del successo, i protagonisti del gruppo comparvero anche nel cartone animato dei Flintstones. Ecco spiegato l'arcano mistero!
Ma lasciamo la parola alla loro musica che qualcosa ha da dire...


Come non pensare ai Beatles ascoltanto questo gruppo e soprattutto guardando il loro video? 
In effetti, forse non a caso, divennero famosi proprio nel periodo della Beatles-mania, come del resto conferma anche il loro stesso sito
Anche se spesso furono presi per britannici... la voce solista, quella di Sal Valentino (ovvero Salvatore Willard Spampinato) ha invece origini italiane: il cantante veniva da North Beach, il quartiere italiano di San Francisco dove proprio lo scorso weekend siamo stati in occasione della Festa coloniale italiana
Il festival organizzato dalla San Francisco Italian Athletic Club Foundation ha avuto luogo in Stockton Street nei pressi della Saints Peter and Paul Church una chiesa che è diventata famosa dopo il matrimonio tra Joe DiMaggio e Marilyn Monroe. I due si sposarono al municipio di San Francisco, perchè entrambi già divorziati, ma fu proprio davanti a questa chiesa che fecero alcune foto che resero inevitabilmente famoso questo luogo.
 
La festa coloniale dello scorso weekend, per quel che diceva il sito, si proponeva di celebrare la cultura italiana e italo-americana presente in città ormai da diverse generazioni.  
Sinceramente però mi aspettavo qualcosa in più dall'unico festival italiano di San Francisco!

Sul sito relativo all'evento si promettevano delizie culinarie provenienti dalla penisola - pizza, cannoli siciliani, olio e parmigiano - da gustare in loco e da acquistare per la gioia di tutti gli emigrati. 
In realtà, non vi era gran che, e siamo riusciti a racimolare solo una bottiglia di aceto balsamico proveniente da Modena per la modica cifra di 14$. D'altronde, cosa non si è disposti a dare pur di avere un po' di buon aceto sulla propria insalata? 
Ma al di là di questo, che comunque è solo un dettaglio, ciò che mi ha intristito di più di questa festa è stata l'impressione generale che ne ho ricevuto. Pareva infatti che l'Italia dovesse apparire esclusivamente come la patria di pizza, spaghetti e mandolino, uno stereotipo che sento piuttosto stretto. 
E poi, tutto sembrava surreale e poco sincero. I negozianti pur vendendo prodotti importati dall'Italia - ma generalmente con etichette americane applicate - parlavano americano, talvolta con uno strano accento che lasciava intuire un qualche rapporto - anche se alla lunga - con l'Italia. Ma appena si approfondiva un po' la questione, subito si scopriva che il legame con l'Italia era molto debole. 
Insomma, mi è sembrato che la conoscenza del nostro Paese fosse molto superficiale. Mi hanno fatto una gran tristezza pure i balli "tradizionali". 
Ma come? I ballerini sono vestiti da sardi e ballano la mazurca romagnola? Ecco qui che cosa intendo dire:

Insomma, è proprio questa l'immagine più rappresentativa della nostra bella Italia?
Sinceramente ho apprezzato di più quei banchetti che mettevano  in mostra le cartine geografiche: mi sembrava avessero minori pretese e destassero comunque la curiosità dei passanti che mi pareva andassero alla ricerca di nomi già noti, forse di quei luoghi esplorati da poco o da molto tempo, oppure di città ancora da visitare.
Alla prossima canzunciella,
Sabina    


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