Un sistema diverso dal nostro
Nell'ospedale di San Francisco nel quale nascerà Tegolina, le mamme in dolce attesa che hanno avuto la fortuna di avere una gravidanza normale, low risk come dicono qui, entrano a fare parte di un gruppo prenatale nel quale un'ostetrica e un'amministrativa dell'ospedale seguono le mamme sempre più panciute e i loro rispettivi partners nel corso della gravidanza.
Nel gruppo di ottobre, che è il mio, sono quindi state messe insieme tutte le mamme il cui parto è previsto tra la fine di settembre e la fine di ottobre; siamo circa una decina. L'ostetrica che tiene il corso si chiama Teresa, ma non è italiana bensì americana, e l'amministrativa Meagan è di origini peruviane ma deve essere arrivata in America molto presto; sebbene siano entrambe giovanissime, hanno diversi anni di esperienza alle spalle.
In pratica questi incontri, che fino al sesto mese hanno una cadenza mensile, mentre dal sesto all'ottavo mese hanno luogo ogni due settimane e poi tra l'ottavo e il nono mese ogni settimana, vanno a sostituire i controlli medici. L'idea è questa: si tratta di una gravidanza normale, quindi hai bisogno principalmente di un'ostetrica che sappia fare il suo lavoro e che voglia mettere al tuo servizio tutte le sue competenze e la sua esperienza. Se dovessero esserci dei problemi, di qualunque natura, vedrai il dottore al quale spettano i controlli più invasivi e le prescrizioni dei medicinali o degli esami aggiuntivi. In questo modo i medici vengono alleggeriti del carico lavorativo e si possono dedicare ai casi più complessi, mentre le pazienti hanno a loro disposizone ostetriche più predisposte a dedicare loro del tempo e a rispondere alle numerose domande comuni ad una mamma in fase di formazione.
Il corso dura due ore ogni volta e si svolge all'ora di pranzo (cioè nel primo pomeriggio per gli americani!).
Vi è una prima parte autogestita durante la quale le mamme, con l'aiuto del compagno, prendono in mano la loro cartella clinica, la aprono e la spulciano alla ricerca dei risultati degli ultimi esami o dei commenti aggiunti dal medico. La cartella viene completata dalle mamme stesse che inseriscono i dati nuovi relativi alla pressione del sangue e al peso che si misurano da sole o con l'aiuto dei mariti. Poi si incontra l'ostetrica a tu per tu, dietro ad un separè: l'ostetrica prende le misure dell'utero verificando la regolare crescita della pancia con un metro e tramite palpazione, e controlla anche il battito cardiaco del bambino con il doppler. Alla fine dei controlli, risponde a tutte le tue domande, ai dubbi e alle perplessità.
Dopo questa parte iniziale, si passa alla sessione vera e propria. Per ogni lezione ci sono più temi: si è partiti a maggio da nozioni generali di genetica e da spiegazioni relative alle ecografie e ai primi segni di malessere in gravidanza per trovarvi delle soluzioni attraverso il confronto tra le mamme; si è continuato, nei mesi, con l'analisi delle diverse fasi dello sviluppo fetale, si è parlato delle regole nutrizionali per la mamma, degli esami nei singoli trimestri, dei segnali del parto o del parto prematuro, della gestione del dolore e delle possibili posizioni per partorire, dell'allattamento... e di tante altre cose ancora.
Questa settimana era prevista la visita al reparto nel quale Teg verrà al mondo. Penso che anche in Italia si faccia e trovo sia molto utile conoscere quegli spazi poco familiari prima di entrarci in una situazione di particolare stress. Torna particolarmente utile a chi, come me, non aveva ancora messo piede in uno dei reparti ospedalieri americani...
Sala travaglio e parto |
Ecco quindi come si presentano le stanze del travaglio e del parto: decisamente accoglienti, con un letto singolo al centro e ai due lati abat-jour bianche, una grande finestra, il bagno privato completo di doccia, la tv, una sedia a dondolo e varie sedie per gli ospiti e i sostenitori, oltre che tutta l'attrezzatura necessaria per la mamma e il bambino. L'ostetrica ci ha anche mostrato alcuni degli strumenti più comuni che possono essere utilizzati durante il travaglio e il parto, li abbiamo visti e maneggiati per familiarizzare con l'idea...
Le sale per la degenza invece si trovano su un altro piano dell'ospedale. Sono più simili a quelle degli ospedali italiani, ma sono sempre stanze singole nelle quali è presente anche un divano-letto per chi decide di fare compagnia alla paziente per la notte. Ci hanno detto che generalmente dopo il parto naturale sono previste due notti in ospedale; mentre dopo un cesareo, tre notti. E il bambino rimane sempre nella camera della mamma e da lì si muove solo se devono essere fatti dei controlli speciali. Pare che appena nato, Tegolina riceverà un bel braccialetto che farà suonare l'allarme di sicurezza se dovesse essere avvicinato agli ascensori o alle scale.
"Insomma, Teg, non so se l'hai capito, ma a casa da solo proprio non ci puoi andare! Bandito ogni tentativo di fuga!"
Alla prossima
Commenti
pare che abbia una serie di effetti positivi :-)
la sala parto e' bellissima :-)
in oregon invece pare che con il parto naturale ti rimandano a casa meno di 24 ore dopo il parto :-D
Pensa che io avevo la camera con la vista sui Casino!hahaha!
Naturalmente l'assicurazione costa fior di quattrini ogni mese... e questo sembra proprio il minimo che possono fare!
Il tuo post mi ha fatto tornare in mente la mia prima gravidanza, il corso preparto, le ostetriche, la altre mamme...è stato bello e molto utile devo dire, perchè mi ha consentito di arrivare al parto, non dico tranquilla, ma consapevole, di partire con calma dopo una bella doccia e gli ultimi controlli della borsa per l'ospedale e arrivarci serena.
A quanto capisco, a parte i tempi (la mia ASL il corso lo organizza dal settimo mese in poi con scadenza settimanale) rispetto alla mia esperienza italiana, è diverso l'approccio: io ho fatto i controlli con la ginecologa e gli esami (sangue, urina, ecografie, queste cose qui, ma comunque non avendo problemi solo quelli previsti dal protocollo regionale) con gli appuntamenti presi all'inzio del percorso tramite il mio medico di base.
ciacco
Ci sono buoni preusupposti qui, è vero: speriamo che le aspettative non vengano deluse!
Anche per me, abituata alle versioni italiane di questo percorso, è stato piuttosto strano scoprire come funzionava qui... ma un buono spirito di adattamento mi ha permesso di cogliere il lato positivo della faccenda e di scoprire con curiosità il mondo degli ospedali statunitensi!