Lavorare per una start up a San Francisco

"Cercasi storico o storico dell'arte di formazione che conosca bene San Francisco e che sia magari anche un city blogger" diceva quell'annuncio di lavoro trovato su una pagina Facebook. 
Eccomi qua! - pensai subito - e senza pensarci mandai il mio curriculum. Era un anno e mezzo fa... 
E fu così che ebbe inizio una delle avventure più tipicamente sanfranciscane che io abbia vissuto qui in città! 
Se infatti a Los Angeles il 90% delle persone sembra sia legata lavorativamente, in un modo o nell'altro, al mondo del cinema, a San Francisco il 90% delle persone pare sia invece parte del sistema della start up, sempre che non lavori in una grande azienda tipo Google, Facebook, Twitter o Adobe. Esagero, eh: ma sicuramente queste realtà rappresentano attualmente un aspetto molto distintivo della città. 
Ma cos'è successo allora dopo quel colloquio da Twitter?
Come ho raccontato dalle Amiche di Fuso feci il colloquio in questo posto pazzesco e fui presa da ricercatrice freelance per lavorare nel progetto di una start up chiamato StoryTrail. Si proponeva di creare una app per telefoni pensata per i turisti nelle grandi capitali mondiali. 
Perché in fondo a molti piace avere una guida che possa condurti alla scoperta dei luoghi più noti raccontandoti degli aneddoti e delle storie vere legate a quegli stessi posti. E allora perché non avere nel telefono una app che ti segnali i percorsi e le tappe più interessanti e ti parli di questi posti attraverso dei video concisi ma ricchi di informazioni? Sarebbe un po' come portarsi in tasca una persona che non devi nemmeno pagare troppo per guidarti alla scoperta dei luoghi più segreti e curiosi di città come Roma, Lisbona, New York, Los Angeles e San Francisco. 
Ecco, questa bellissima app sarà lanciata tra novembre e dicembre! Ma sul sito di Story Trail (www.storytrail.co/) sono già disponibili i video di Roma, se volete farvi un'idea! 
Il mio lavoro per questa start up mi ha permesso di capire come viene creata una app del genere e qual è il lavoro che sta dietro ad un progetto come questo.
In ognuna di queste capitali mondiali sono state selezionate 5 persone per condurre la ricerca, negli archivi e nelle biblioteche locali, di notizie inedite e curiosità relative a specifiche zone della città. Io ho potuto scegliere il quartiere italiano di San Francisco, chiamato North Beach.
Columbus Ave e Transamerica Pyramid
I dati ricavati dalla ricerca (80 pagine di testo per quanto riguarda la sottoscritta!) sono passati nelle mani di scrittori professionisti che hanno creato i testi che sono stati poi recitati da attori professionisti ripresi nei luoghi della città presenti nell'app. A proposito, le riprese a Roma e a New York sono finite da poco e presto verranno fatte anche a San Francisco e a Los Angeles! 
Si tratta quindi di un progetto ancora in fase di realizzazione ma che sin dall'inizio mi ha davvero preso il cuore. Per me, che per tanti anni ho fatto ricerca all'università, condividendo i risultati dei miei sforzi essenzialmente con la nicchia di esperti di storia dell'arte, è stato incredibile vedere come i miei dati della ricerca potessero costituire il punto di partenza per la realizzazione di un progetto scientifico ma rivolto ad un pubblico vasto. Conoscenza a servizio della società, ecco cos'è... e il tutto tramite l'innovazione. E la ricerca in ambito umanistico è diventata la chiave per creare tutto questo. Cioè, ci credete? Un mondo in cui la cultura conta ancora qualcosa e la storia viene vista come una possibile fonte di guadagno... Facile pensare immediatamente all'Italia che di queste app ne potrebbe produrre milioni per rendere fruttuoso economicamente quel patrimonio storico-artistico che invece soffoca sotto alla sua polvere [...].
Ma qui non si parla dell'Italia, si parla di San Francisco... e qui l'innovazione e la voglia di fare si respira nell'aria.

Golden Boy Pizza, 542 Green Street
Questa ricerca per le vie della Little Italy di San Francisco mi ha portato a scoprire la storia e i diversi strati di storia presenti in questo quartiere molto turistico della città, un quartiere che, per dirla tutta, non mi è mai piaciuto più di tanto perché ci ho sempre trovato solo quel "finto italiano" spacciato per vero da molti dei locali di questa zona.
Ho scoperto la vita di questa parte della città dai tempi delle tribù dei nativi d'America ai giorni nostri. Ho seguito l'evoluzione di strade ed edifici che ancora rappresentano dei punti di riferimento fondamentali per San Francisco, come la Transamerica Pyramid o la Coit Tower; e sono a venuta a conoscenza della storia di edifici scomparsi di cui rimangono le tracce nelle fonti storiche. Nelle pagine dei giornali ho ritrovato la storia di personaggi incredibili che hanno vissuto al tempo della celebre corsa all'oro californiana (1848-55), scoprendo che molte delle navi con cui arrivarono qui sono ancora sepolte sotto alla città. Ho seguito il percorso di personaggi che hanno fatto la storia di San Francisco, come Lawrence Ferlinghetti per la letteratura o Domingo Ghirardelli per il suo cioccolato. E ho letto con ammirazione di tante donne che hanno cambiato la storia di questa città, come Lilli Hitchcock Coit e Maya Angelou per citarne solo alcune. 
E improvvisamente questa parte della città ha cominciato ad avere un senso. Un senso che andava oltre le insegne in italiano dei ristoranti turistici. Ho ritrovato la storia in quelle strade che per me avevano il sapore del nuovo e che invece ora riconosco per la loro storia, breve ma intensa. 

Grace Marchant Garden, Filbert Street Steps
E' stato un incontro magico, filtrato attraverso le storie dei primi italiani approdati qui e il profumo dei fiori del rigoglioso giardino pubblico di Grace Marchant su Telegraph Hill.
La curiosità di saperne di più di queste vie, mi ha spinto anche ad andare oltre alla carta già stampata e a contattare storici e giornalisti impegnati per decenni nella ricerca sulla storia di San Francisco ma anche artisti contemporanei. 

BILL WEBER "Jazz Mural", 606 Broadway Street









Ho intervistato per esempio Bill Weber, al quale la città deve diversi murales e anche quello che occupa due facciate di un edificio al confine tra North Beach e China Town (billwebermuralist.com). In questa intervista telefonica in particolare mi è sembrato che la storia fosse lì tra le mie mani... era diventata reale e toccava a me trascriverla. E' stato come fare giornalismo vero, trovando risposte immediate a tutte le mie domande curiose e scoprendo l'altro lato della medaglia, quello dell'artista che produce arte contemporanea in una città come San Francisco.  
Per tutti questi motivi, lavorare per una start up è stata per me un'esperienza incredibile! Un'esperienza che non è stata ricca in termini monetari, perché si trattava di un lavoro temporaneo e mal pagato in rapporto al carico di lavoro effettivo, ma che sicuramente mi ha dato molto... facendomi cambiare idea su North Beach e rendendo il mio passatempo da blogger una vera professione nella quale ricerca e scrittura si fondono insieme per produrre informazione. 

Commenti

Che bella esperienza, mi ha fatto entusiasmare pensare di fare una cosa simile anche qui a Columbus...io che sono appassionata di archivi e vecchie storie poi!
Marica ha detto…
che bello, bravissima!!!!!

ma non e' simile a quello che aveva fatto il marito di Valeria anche? chissa'....
Sabina ha detto…
Io credo che un progetto del genere sarebbe fighissimo in qualunque posto del mondo e offrirebbe nuovi occhi a residenti e turisti per guardare ogni città!
Sabina ha detto…
Ricordo che mi ha parlato di un progetto sulle opere italiane di Los Ageles ma non so se c'entrasse una app per il telefono!
Drusilla ha detto…
Che bella esperienza!!!! Bravissima!

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