Il mio grosso grasso matrimonio... californiano!

Gli americani non si inventano nulla nei film! Quello che accade sullo schermo è ciò che accade per davvero nella vita reale. 
Questo, a dire la verità, lo sapevo già, ma quello che invece ancora non sapevo è che la stessa regola vale anche per i matrimoni. Ebbene sì, anche in questo caso quello che si vede al cinema è quello che succede veramente ai matrimoni. 
Ma che ne sapevo io che ad un matrimonio americano ancora non ci ero mai stata? Come avrei mai potuto immaginare che il matrimonio da copertina, quello... per dire... di Brooke e Ridge al loro ventesimo tentativo di ricongiungimento fosse proprio quello che gli americani bramano di avere? 


Siamo a Carmel Valley, in un ranch a due ore e mezza d'auto da San Francisco, tra le colline dell'entroterra di Monterey. 
Siamo al matrimonio di un collega di mio marito, biologo universitario anche lui, che sposa una ragazza, avvocato da Twitter.
Parcheggiamo l'auto appena e veniamo accompagnati alla corte centrale da una macchinina elettrica che ha il compito di scortare gli ospiti a destinazione. 
Attraversiamo la tenuta passando vicino ad un bel laghetto. Sorry, ma non riesco a scattare foto perché la gonna del mio vestito turchese sta svolazzando alla Marilyn e non voglio rischiare di mostrare le mutande a tutti i presenti, ovvero al capo di mio marito che è seduto dietro.
La cerimonia è già cominciata da qualche minuto quando arriviamo così ci infiltriamo silenziosi tra il pubblico. 
Un tappeto erboso perfetto simula un vero prato all'inglese; le sedie e gli ospiti si susseguono sotto grandi parasole bianchi che proteggono dal caldo sole californiano che, come sempre, non s'è fatto desiderare.

E' un'immagine perfetta quella che ho davanti: gli sposi sono in piedi, sotto ad un baldacchino velato che sta sopra ad un palco affacciato sulle colline coperte di vigneti. Non c'è nulla che potrei voler cambiare... 
Il silenzio. 
Le promesse d'amore. 
La tradizione ebraica e quella cristiana che si uniscono per celebrare l'amore, e l'amore soltanto. 
Noto le leggiadre tende del baldacchino che si muovono nel vento senza tuttavia disturbare la cerimonia: sono tenute ferme alla base da una serie di rose, finte e belle pesanti evidentemente, ma che dalla prima fila sembrano solamente rose. 
Una donna dalla lunga veste bianca celebra il rituale e comincia il suo discorso parlando di come gli sposi si siano incontrati qualche anno fa grazie ad un sito online dedicato al dating
Dal lato della sposa, stanno la testimone e 5 damigelle, tutte in abito rosa, lungo e ognuna con un bouquet di fiori bianchi e rosa; dal lato dello sposo, i due testimoni e 4 paggi, tutti in abito nero da cerimonia. 
Lo sposo rompe col piede il bicchiere secondo la tradizione ebraica e la cerimonia si conclude trenta minuti dopo il suo inizio. 
La coppia scende dal palco, attraversa il prato seguita dalle damigelle e dai paggi e tutti insieme si allontanano per le fotografie.
E ciao. 
Se ne vanno... 
A questo punto a noi non resta che dissetarci con limonata e thé freddo disposti proprio alla fine del prato. Neanche il tempo di pensare che avevo sete e già vengo dissetata! 

Mentre ci fermiamo a parlare con altri colleghi di mio marito il bellissimo baldacchino svolazzante viene smantellato e le sedie portate via, tutte. 
Ma come? 
Era proprio un palco effimero allora? 
Un setting cinematografico praticamente...  che ora evidentemente non serve più.  
Procediamo verso il rinfresco che prevede una montagna di ostriche fresche e qualche altro minuto ma delizioso assaggino di pesce. Il bar è pronto a preparare cocktails di qualunque genere. Ci si mette in fila, in attesa di un drink. Si parla e si beve. Ed è un po' questa la chiave del matrimonio californiano, a suon di alcohol e chiacchiere.
I tacchi fanno male, come a tutti i matrimoni, ma lo champagne aiuta a risollevare l'animo. E fortunatamente ci si muove di poco attraverso la tenuta. 
Per gli assaggi di formaggi passiamo ad una piccola corte murata che offre un po' più d'ombra. Non ci sono i piatti quindi parte un rondò di tovagliolini di carta che scivolano da una mano all'altra nel tentativo di caricarsi di quanti più tipi di formaggio possano reggere. Formaggio che, logicamente, cade a catinelle. E come fare, del resto, a reggere su una mano i formaggi sul tovagliolo di carta svolazzante e sull'altra il preziosissimo bicchiere di vino? 
Ad ogni modo il cibo è delizioso. Si mangia, si beve e si parla, ma di parole io ne capisco circa un decimo. Sarà stato il mese in Italia che mi ha fatto dimenticare l'americano, sarà lo champagne che è entrato in circolo, sarà che questi americani sono pure irlandesi d'origine... fatto sta che le conversazioni si fanno difficili per me e faccio fatica a seguirle.  
Poi finalmente ci accomodiamo nella corte centrale dove sono stati disposti i tavoli per il pranzo (e le sedie riciclate dalla cerimonia iniziale). 
E' tutto bellissimo! E sembra ancora di essere su un set cinematografico, vuoi per le tavolate lunghissime e per i fiori a profusione, vuoi per la luce del tramonto che ancora una volta diventa protagonista qui in California. 
Comincia il pranzo. 
Finisce il pranzo. 
Ma come? 
Così è andata, giuro. 
E' arrivata un'insalata agrodolce. 
E' arrivato il piatto unico di pesce, scelto quando avevamo ricevuto l'invito al matrimonio. 
Ed è finito il pranzo. 
Belli voi che come noi avete in mente il matrimonio all'italiana, quello che sembra non finire mai, quello che ti fa pregare che l'arrosto sia l'ultimo secondo che arriverà, quello che devi sbottonarti un po' il vestito se vuoi continuare a respirare con regolarità, quello che alla fine non riesci più a camminare da solo e decidi che è meglio rotolare fino a casa. 
BELLI VOI! 
Qui siamo in California e quando s'è mangiata un'insalata e un piatto unico con un po' di risotto, due verdurine grigliate e un pezzo di salmone, si è a posto... poveri noi che non avevamo neanche pranzato apposta! 
A distrarci dalla fame pero' vengono i discorsi del testimone dello sposo, l'amico di sempre, che accenna soltanto alle ragazzate che lo ha visto protagonista con lo sposo e che finisce ugualmente col far ridere tutti. Poi invita ad alzare i bicchieri per il brindisi. 
Segue il discorso della mamma della sposa che è cominciato con un "Ti ricordo bambina..." ed è finito con un fiume di lacrime per tutti ma soprattutto per me che singhiozzavo immaginando quello che dirò tra 20 anni al matrimonio di Tegolina. Brindiamo vah! Poi arriva anche il discorso del papà dello sposo. E giù di nuovo a piangere prima dell'altro brindisi e a questo punto piange mio marito immaginando quello che dirà tra 20 anni al matrimonio di Tegolina
Per riprendersi da sì tanta commozione ci si dà alle danze. Balli sfrenati sotto ad un tendone addobbato a festa, con tante lucine bianche appese sul soffitto. 

All'ingresso del tendone, un pensiero per gli ospiti: stole e infradito per tutti! Geniale a questo punto della festa, quando il sole è calato e si comincia ad avere freddo e i tacchi... beh, quelli facevano male da un bel po' ormai!
A questo punto si balla con più voglia. C'è chi gioca al lancio del ferro di cavallo poco più in là e c'è chi si gode il calduccio di due fuochi accesi all'aperto, approfittando di tutto il necessario messo a disposizione per prepararsi gli s'mores
E nel frattempo la torta è lì che aspetta sul tavolo, pronta per essere tagliata... Devo ammettere che il fatidico taglio della torta ce lo siamo persi. Non so se perché è stato troppo corto (e anche meno pubblicizzato di quanto lo sarebbe stato ad un matrimonio all'italiana) o se perché noi eravamo troppo presi dal lancio del ferro di cavallo. Fatto sta che la torta poi ce la siamo mangiata e, nonostante la disgustosa copertura burro-zuccherina, era proprio buona. Rosa ma buona.
E' seguito il gelato che secondo tradizione americana deve essere accompagnato da una profusione di smarties, nocciole, noccioline, Oreo cookies, cioccolatini al burro di arachide e caramello/cioccolato fuso. 
Il freddo cala sulla Carmel Valley, le stole non bastano più e ci si rifugia quindi sotto ai funghi accesi. Si chiacchiera ancora sorseggiando dell'acqua a questo punto... e alle 10 in punto la festa finisce. Del resto l'invito diceva così. E di sorprese non ce ne sono state: alle 10 in punto la musica s'è spenta e la festa è finita. 
Tutti si mettono in fila per il saluto agli sposi e poi la corsa finale verso il parcheggio sulla macchina elettrica. 
E poi dritti alla casa presa in affitto dove Tegolina "ci aspettava" dormiente insieme ai nostri amici venuti apposta da San Francisco per badare al nostro pupo. Sì perché al matrimonio, non ve l'ho detto, i bambini non erano previsti. 
Insomma, questo primo matrimonio californiano mi è piaciuto e mi ha fatto riflettere un po'... 
Mi piace l'idea del matrimonio misto nel quale due persone, di due diverse religioni, si uniscono in matrimonio rispettando ognuno il credo dell'altro e celebrando nella loro unione anche le loro diverse culture e tradizioni. 
Gli ospiti in generale mi sono sembrati molto più interessati alla cerimonia e allo scambio di idee che al cibo e questo mi è sembrato bello, molto. I discorsi non ruotavano attorno alle portate ma erano incentrati sulla vita, il lavoro, i viaggi, le vacanze, gli interessi di ognuno... E in fondo non siamo nemmeno morti di fame nonostante il numero ridotto di portate ed è stato evidente che il motivo per cui eravamo lì non fosse affatto legato a ciò che stavamo mangiando... Anche il ritmo della festa per questo è stato diverso, molto più dinamico, scandito dal susseguirsi degli eventi, più che dal numero infinito di portate. 
Mi è dispiaciuto un po' per la mancanza di bambini ma amiche italiane mi dicono che ora va di moda anche in Italia!  
Comunque, dovessi risposarmi... vorrei anch'io una cerimonia all'aperto, con una vista spettacolare, magari di fronte all'oceano! Proprio come Brooke e Ridge potrebbero voler fare ancora una volta! =) 
  

Commenti

Claudia ha detto…
Io ho partecipato a matrimoni di varie culture e nazionalità ma quello californiano mi manca! :) Bellissimo!
Hermione ha detto…
Confermo, gli ultimi matrimoni ai quali sono stata non prevedevano i bambini. Un aspetto un po' triste, se si pensa che il matrimonio altro non è che la nascita di una nuova famiglia.
Invece mi sembra buffa questa usanza americana di far scegliere agli invitati la portata principale, ho capito male o è così?
P.S.
Però dai, è vero che ai matrimoni italiani si mangia tanto, ma non si parla solo di cibo.
Drusilla ha detto…
Anch'io vorrei risposarmi con una cerimonia all'aperto in una location mozzafiato!
Comunque bello partecipare a matrimoni stranieri con usanze diverse dalle nostre.
Sabina ha detto…
Dai magari sarà il prossimo! =)
Sabina ha detto…
Hai capito benissimo! Nella partecipazione c'era la scelta: tre caselline per carne, pesce o vegetariano. Bisognava scegliere e poi rispedire il foglio agli sposi che ovviamente avevano fornito busta e francobollo insieme alla partecipazione!
Sabina ha detto…
Sì, anche per me è sempre molto bello scoprire nuovi modi di vivere! =)
Anonimo ha detto…
Io immagino un mondo in cui i bambini sono bambini e non disturbano, proprio perché sono bambini ... am I a dreamer?! Al mio matrimonio, mio nipote di 5 anni ha sabotato il computer con la playlist e ci siamo fatti tutti un sacco di risate! :D Non mi sarei mai e poi mai permessa di chiedere ai miei amici o parenti di procurarsi una babysitter solo per venire alla nostra festa. Ma si sa, per alcune spose il matrimonio dev'essere Il Giorno Perfetto, guai a chi intralcia!
Comunque in fatto di matrimoni, in California ci sanno proprio fare, c'è poco da dire ... cosa gli manca? La location c'è e che location! Ampi spazi, sempre belle giornate di sole, e via discorrendo. Dev'esser stato proprio un sogno!
Ciao Sabina! :)
Unknown ha detto…
Che bel racconto particolareggiato nelle scene con umorismo. Un altro pezzetto da aggiungere al puzzle di chi apprezza le diversità senza voler trovare il meglio o il peggio ma si arricchisce di ogni esperienza. Grazie per condividerlo con noi che attraverso i tuoi racconti possiamo ampliare le nostre conoscenze.

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