Born in the USA

Cantava Bruce Springsteen...
Ma ora lo canto anch'io a squarcia gola! Sì, perché
dopo 5 settimane di attesa oggi è finalmente arrivato il passaporto di Tegolina!
Guardatelo qua quanto è bello: è blu, tutto blu, mica come il mio, di marca italiana, che è rosso scuro. Il suo ha scritte in oro sulla copertina. 

E' arrivato solo qualche minuto fa alla Maison Jaune via posta ed io sono ancora tutta emozionata. Ho provato un'emozione simile solamente quando sono andata a ritirare il suo certificato di nascita che diceva che lui, mio figlio, è nato a San Francisco. E lo sapevo eh, che è nato a San Francisco, perché c'ero pure io all'ospedale quel giorno... ma vedere scritto su un documento ufficiale che lui è un californiano mi fa ancora un certo effetto. 
Il passaporto era contenuto in una busta cartonata dell'USPS, il servizio postale statunitense che era indirizzata proprio a Teg. E solo nel vedere il suo bel nome completo, accoppiato all'indirizzo della Maison Jaune, io mi sono commossa...  Oh, il mio bambino sta diventando grande - ho pensato. 
Poi apro quella busta (da brava mamma ficcanaso! :) e prendo in mano il passaporto. Il primo passaporto statunitense che tocco in vita mia... E improvvisamente, mi rendo conto che si concretizza la possibilità di viaggiare con lui, di uscire dagli Stati Uniti e di girare il mondo, insieme. 
Lo sfoglio curiosa... e nella seconda pagina mi trovo davanti la foto di un bimbo biondo, un po' spettinato, con le guance rosee e paffute (ricordate che lo hanno subito soprannominato chubby cheeks all'ospedale?) che guarda dritto dentro l'obiettivo della camera fotografica come se già sapesse come ci si comporta in questi casi. E per l'occasione indossa una camicia a quadri arancione, da vero sanfranciscano doc. 
Scorro i suoi dati anagrafici e non posso fare a meno di soffermarmi su quella terza voce che fa riferimento alla sua nazionalità:
United States of America

Mi viene la pelle d'oca [...] 
Teg, che è figlio di due italiani ma è nato negli Stati Uniti, ha diritto alla doppia cittadinanza, italiana e statunitense. 
Mi scriveva oggi un'amica: "Che bel regalo gli avete fatto..." 
Ed è proprio vero... l'essere qui alla sua nascita ci ha permesso di offrirgli una carta in più per il suo futuro o almeno così io spero! Spero con tutto il mio cuore che le possibilità per lui siano raddoppiate e che l'essere cittadino italiano e americano gli possa aprire tante più porte.
Ogni tanto mi chiedo, fantasticando un po', che cosa deciderà per sè... quale dei due Paesi sentirà più suo e in quale deciderà di vivere, se in uno di questi o in un altro ancora...  
Come scrivevo qualche tempo fa per Amiche di Fuso, non dico più che ho messo al mondo mio figlio ma che l'ho messo NEL MONDO, prendendo spunto dal quell'espressione americana to bring into the world che tanto mi piace. 
Vorrei tanto che Teg fosse un cittadino del mondo, che avesse radici forti, in grado di sostenerlo, ovunque sarà, capaci di offrirgli la sicurezza anche nell'incertezza che porta con sè la scoperta di nuovi mondi e nuove culture. Vorrei fosse in grado di inserirsi in contesti diversi senza temere l'ignoto. Vorrei non avesse paura di viaggiare, di scoprire, di curiosare in tutti gli angoli del mondo. E vorrei coltivasse in se stesso concetti come quello di "casa" e di "famiglia", indipendentemente dal luogo in cui vivrà e dalla distanza fisica che potrà separarci. Per questo forse amo così tanto quel momento al parco in cui si allontana da me per esplorare il mondo circostante; di solito, quando si trova nel punto più lontano, si gira, mi guarda, forse cerca rassicurazione, io gli sorrido... lui ricambia e la sua esplorazione ricomincia da lì. Vorrei che la sicurezza del mio amore potesse rimanere con lui per sempre. E vorrei potesse portare sempre con sè questo bagaglio multiculturale che ci stiamo costruendo giorno per giorno vivendo a San Francisco. 
Ecco perché questo passaporto statunitense mi ha emozionata... mi ha ricordato tutti questi pensieri fatti nei mesi e tutte le speranze che nutro per lui...     

Commenti

Luciano ha detto…
È bello rivederti così felice ed emozionata. Era quello che ti ci voleva per riprendere le forze.
Sempre Mamma ha detto…
Ha ragione la tua amica gli avete fatto un grande dono, l'opportunità di scegliere, ma con una marcia in più.
Drusilla ha detto…
Che bello! Quanta emozione in questo post! Gli avete fatto un grande regalo e lo avete proprio messo nel mondo. Hai ragione, dobbiamo sapergli dare radici forti ma anche ali altrettanto forti.
Anna Bernasconi Art ha detto…
Ma che posta importante riceve Teg! E che belle cose si augura la sua mamma per lui... Glie le auguro anche io, va! :-)
Paolo ha detto…
In Italia la prima cosa che arriva a nome di tuo figlio è il tesserino dell'agenzia delle entrate con il Codice Fiscale.
Mamma in Oriente ha detto…
Anch'io provo sempre un po' di emozione quando nei documenti di mio figlio leggo "nato a Shanghai", anche se per lui non significa un'opportunità in più perché invece la Cina non riconosce la cittadinanza a chi nasce lì. Però è comunque un segno di multiculturalita' che spero sarà sempre un patrimonio per lui.
Marica ha detto…
Che dolce che sei!
Anonimo ha detto…
Bello davvero pensare che avrà la possibilità di scegliere... :) i figli di genitori expat hanno una marcia in più, sanno che esplorare il mondo è una cosa fattibile!!

Annika
Claudia ha detto…
...e noi siamo sempre indietro... perché molti miei ex alunni, nati in Italia, cresciuti in Italia, diplomati in Italia continuano ad avere difficoltà di vario tipo perché non sono italiani... :(
NonPuòEssereVero ha detto…
Ma che bello questo post: emozionantissimo!

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