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Visualizzazione dei post da maggio, 2015

Born in the USA

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Cantava Bruce Springsteen... Ma ora lo canto anch'io a squarcia gola! Sì, perché dopo 5 settimane di attesa oggi è finalmente arrivato il passaporto di Tegolina! Guardatelo qua quanto è bello: è blu, tutto blu, mica come il mio, di marca italiana, che è rosso scuro. Il suo ha scritte in oro sulla copertina.  E' arrivato solo qualche minuto fa alla Maison Jaun e via posta ed io sono ancora tutta emozionata. Ho provato un'emozione simile solamente quando sono andata a ritirare il suo certificato di nascita che diceva che lui, mio figlio, è nato a San Francisco. E lo sapevo eh, che è nato a San Francisco, perché c'ero pure io all'ospedale quel giorno... ma vedere scritto su un documento ufficiale che lui è un californiano mi fa ancora un certo effetto.  Il passaporto era contenuto in una busta cartonata dell'USPS, il servizio postale statunitense che era indirizzata proprio a Teg. E solo nel vedere il suo bel nome completo, accoppiato all'indirizzo della M

Non sono tutte rose e fiori! # 3

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Ovvero, del cercare lavoro in California. Quando ho lasciato l'Italia tre anni fa, sapevo che di lì a poco il mio assegno di ricerca universitario sarebbe finito e mi sarei trovata col culo per terra a ricominciare tutto da capo dall'altra parte del mondo, ma tutto sommato avevo creduto - o mi ero illusa - che quello che mi dicevano tutti "Ma sì, vedrai che in America un lavoro lo troverai" fosse vero.  E INVECE... di trippa per gatti - ovvero di soldi per noi umanisti - non ce n'è, neanche in California.  Di tanto in tanto ricevo e-mail da italiani che mi chiedono come fare a trovare lavoro a San Francisco. Ma dico: lo stai davvero chiedendo a me?? a me che sono senza lavoro da tre anni sebbene parli quattro lingue straniere e abbia alle spalle una laurea in lingue appunto, una specializzazione post laurea e un dottorato in storia dell'arte?  [...] In questi tre anni sono successe tante cose e non sono stata costante nel fare domanda per un lavoro, m

Il destino nel nome

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"Mi chiamo Sabina, non Sabrina !!"  Quante volte ho ripetuto questa frase nei miei 35 anni di vita!  E quante volte mi sono sentita ripetere, come scusante, che il nome Sabrina è più comune. Ma poi, che c'entra? Ti chiami Enrico ma siccome Giuseppe è più comune, allora io ti chiamo Giuseppe??   E ora che la vita è diventata anche virtuale, mi trovo costantemente a correggere chi, per sbaglio o per disattenzione o chissà per quale altro motivo, scrive sbagliato il mio nome.  Ho corretto - e continuo a correggere - persone e documenti vari che riportano in modo errato il mio nome, Sabina, aggiungendoci SEMPRE una R in più. E da dieci anni a questa parte, stanca di dover tornare negli uffici a rifare tutto, perché IO MI CHIAMO SABINA, ho preso l'abitudine di controllare e ricontrollare almeno 5 volte un atto qualunque nel quale compaia il mio nome perché nel 90% dei casi il mio nome è scritto sbagliato.  Mi arrabbio, mi arrabbio tanto, perché è da una vita che ve

Incontro ravvicinato del terzo tipo con Mr Pigiamone

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Dovete sapere che accanto alla Maison Jaune , nella casa arancione fluorescente, abita Mr Pigiamone.  Il nostro vicino di casa è stato così soprannominato, diversi mesi fa, dopo il ripetersi di un rituale che vede quotidianamente il nostro protagonista uscire dalla sua casa con ancora il pigiama addosso (maniche corte e pantaloni larghissimi, sempre a fantasia), a piedi nudi e, ovviamente, con i capelli spettinati. Insomma, proprio come se si fosse appena alzato dal letto e se si fosse scaraventato fuori da casa sua.  In tali condizioni, siano le 11 del mattino o pomeriggio inoltrato, Mr Pigiamone si dirige verso la strada principale che incrocia la nostra via e si piazza lì, all'angolo, a fumarsi una sigaretta al sole, tenendo il telefono nell'altra mano e la faccia incollata al piccolo schermo. A piedi nudi. La storia di Mr Pigiamone è una storia piuttosto monotona, di per sè, per lo meno in apparenza, e probabilmente per questo motivo ha risvegliato la mia fantasia ch

Voci italiane a San Francisco # 7

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Un'altra bella voce italiana, quella di Selena, un'amica conosciuta qualche tempo fa in uno dei parchi giochi di San Francisco, in occasione di uno di quei playdates organizzati da Elena per le mamme e i bimbi italiani che vivono in città. Selena arrivò nel quartiere di Marina con tutto il suo entusiasmo e la sua creatività per regalarci un pomeriggio all'insegna dell'arte en plein air e fu così che mi conquistò.  Ma lascio subito la parola a lei, che di cose interessanti da dire ne ha tante oggi...    San Francisco, Mercato di Natale al Museo Italo-Americano Puoi presentarti brevemente?  Mi chiamo Selena, sono nata a Milano, ho 31 anni e sono una grafica e illustratrice.  Sono sposata con Francesco e viviamo a San Francisco da quasi 2 anni. Il disegno è il filo costante della mia vita, ho sempre disegnato, ho fatto il liceo artistico e successivamente l’Accademia di Brera ( www.selenasquarzanti.it ) Alcuni dei miei lavori Che cosa ti ha portato in que

La seconda balena

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Circa tre settimane fa sulla spiaggia di Pacifica, qualche chilometro a sud di San Francisco, era stato spinto a riva dalla corrente il corpo morto di una balena. Se n'era parlato molto e ci si era interrogati a lungo sulle possibili cause di quella morte senza arrivare ad una spiegazione anche dopo l'autopsia fatta in loco dagli scienziati dei vari centri di biologia marina della zona. Avevo seguito la cronaca in quei giorni ma non ero stata d'accordo con la scelta di lasciare - irrispettosamente, dal mio punto di vista - quel corpo squartato su quella riva " aspettando che la natura facesse il suo corso". La natura aveva fatto il suo corso, ma di sicuro non aveva previsto che quel corpo fosse divaricato per essere studiato ed esaminato attentamente dall'uomo.  Questa settimana, una seconda balena è approdata, morta, sulla stessa spiaggia, solo qualche metro più in là. Leggo la notizia e mi sorprendo, un po' come tutti, per la vicinanza di questi due

Mamme americane al parco

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San Francisco è una città molto internazionale nella quale convivono, direi pacificamente, persone provenienti da Continenti e Paesi diversi.  Tutte queste diverse nazionalità ed etnie si incontrano quotidianamente al parco giochi dei bambini.  In tutta questa varietà multiculturale c'è anche una categoria che va considerata a parte, quella costituita dalle mamme americane.  Dico "americane" e non "sanfranciscane" perché di mamme nate proprio a San Francisco io ne conosco solamente una: tutte le altre sono nate altrove e sono approdate qui, per un motivo o per un altro, dopo varie peregrinazioni negli Stati Uniti.  Di mamme americane al playground ne trovo poche perché lavorano tutte (o quasi), spesso già da quando i figli hanno 3 o 4 mesi. Così i bimbi vengono affidati presto alle cure delle nannies , che qui spesso sono messicane. Le mamme americane preferiscono una nanny almeno bilingue e scelgono la messicana che può far imparare al loro figlio proprio