Della sfiga degli expat

La vita da expat non è sempre tutta rose e fiori e, quando si è un'expat, il cerchio delle persone su cui si può contare nel momento del bisogno è davvero ristretto.
Da Foliforum.it
Nelle ultime tre settimane - ma in realtà dall'inizio di quest'anno - la Maison Jaune e tutti i suoi abitanti stanno attraversando tempi bui, colpiti da una sfiga dietro l'altra. Qualcuno di recente mi ha suggerito di andarmi a fare benedire, cosa che ritengo quasi necessaria ora!
Due settimane fa vado al parco con Tegolina in bici. Trascorriamo un bel pomeriggio all'aperto e quando lui è stanco morto, lo rimonto sul sellino dietro alla mia bici, appoggiata ad un cancello, e tolgo il lucchetto. Nel farlo, la bici si sbilancia e sta per cadere, col pargolo di ormai 15 kg seduto dietro. Per bloccare la rovinosa caduta della bici ed evitare così che mio figlio muoia spiaccicato sul cemento, da in piedi, faccio una torsione del busto fermando la bici col fianco. Sento schioccare almeno 10 cose diverse, in sequenza. Risultato? Distorsione al fianco. Dopo 4 ore all'Urgent Care dove mi hanno fatto i raggi e mi hanno detto che non c'era niente di rotto e una visita dal medico di base che ha confermato la diagnosi, mi è stato detto che avevo bisogno di 1/2 settimane di riposo. Facile con un bambino di 16 mesi per casa e senza aiuti, che dite?
Devo dire che in questo caso ho ricevuto un grande supporto dalle persone che conosco qui: la babysitter ha fatto ore extra per noi, la nuova amica turca conosciuta al parco si è presa di cura di Tegolina mentre io andavo all'Urgent Care col marito, la mia amica Ro è passata a trovarci per dare una mano e al playground ci sono state mamme che conosco di vista che mi hanno aiutata nel pomeriggio in cui sono stata lì con Teg. 
I giorni della guarigione sono stati comunque lunghi e tediosi e non appena pareva che mi fossi ripresa... tac, ecco che arriva un'altra sciagura: virus intestinale che colpisce prima Teg venerdì, e poi a ruota me e il marito sabato e domenica. Alè! 
Ora, a parte il fatto che vomito e dissenteria in contemporanea non sono la cosa migliore al mondo, ciò che è stato veramente proibitivo ieri è stato prendersi cura di un nanetto saltellante e carico di energie, mentre noi eravamo entrambi sfatti e deliranti sul letto dopo una notte passata insieme, in bagno, a giocarsi a dadi water e lavandino. 
Ovviamente un bambino di 16 mesi poteva capire relativamente quello che stava succedendo... così, dopo avere provato a spiegarglielo 5 volte, io ci ho rinunciato. Certo era che fare compagnia a Tegolina e prendersi cura di lui con un mal di testa lancinante e con la nausea e il mal di stomaco era davvero impossibile! 
Avevamo bisogno di aiuto... quindi non abbiamo fatto discriminazioni: ABBIAMO CHIAMATO TUTTI! Ma c'era chi era fuori città, chi era impegnato e non rispondeva, chi aveva la segreteria telefonica accesa... fatto sta che nessuno ci ha risposto e nessuno si è quindi reso disponibile per venire a salvarci. 
Potete anche solo immaginare quanto drammatico possa essere stato quel momento in cui ho realizzato che tutti i miei sforzi erano stati vani? Che non c'era nessuno su cui potessi contare in un momento così difficile? 
Improvvisamente mi sono mancate come non mai le persone della mia famiglia e i miei amici su cui so che avrei potuto contare in Italia... e mi sono sentita sola, terribilmente sola nell'affrontare quella difficoltà che mi pareva enorme. 
Ma in quel momento è diventata evidente anche un'altra verità sulla vita da expat: quando ti trovi a vivere dall'altra parte del mondo, l'unica persona su cui puoi contare, dopo te stessa, è solo il tuo compagno d'avventura. La rete di contatti che puoi costruire in un Paese straniero, con italiani o con altri stranieri, è comunque importante ma alla fine ci sei tu e c'è lui. Nel dramma e nel cercare insieme una soluzione, ci siamo resi conto di essere noi due lì a doverci salvare in un modo o nell'altro e questo ci ha fatti sentire più vicini... più squadra, cosa che quando siamo sani a volte ci dimentichiamo! E ieri è stato come ritrovarsi soli al mondo - perchè è un po' così che ci si sente in questa vita da espatriati, specialmente quando arrivano le difficoltà - ed è stato come trovare nella coppia la forza per andare avanti. 
Mi rendo conto ora quanto fosse diverso in Italia, con la presenza delle nostre famiglie e degli amici che ci sono sempre stati vicini... per noi era diventato quasi più facile appoggiarsi a tante altre persone piuttosto che contare su di noi due come coppia, così come stiamo solo ora cercando di diventarla... 
Sono i pro e i contro di questa vita lontana dall'Italia!

Commenti

Anonimo ha detto…
Bello pero' che un momento difficile vi abbia aiutati a capire questa cosa. Io penso di aver imparato moltissimo dal dovermi arrangiare da sola in momenti di crisi all'estero... anche se non posso immaginarmi con l'influenza intestinale (che e' un cosa che mi fa andare fuori di testa!) e un bimbetto iperattivo ;)
Drusilla ha detto…
Mi dispiace tanto Sabina, è veramente difficile essere lontani dalla propria famiglia in momenti come questi. Lo scorso anno, anch'io mi sono ammalata, una normale febbre 38,5° se non fosse che anche i miei due figli erano malati con febbre, tosse e raffreddore, ed il marito doveva lavorare il doppio perché c'erano i capi in visita. In quel momento, avrei dato di tutto per avere mia madre al mio fianco ad aiutarmi.
Un abbraccio e buona guarigione a tutti voi, e che le sfighe si allontanino dalla Maison Jaune!!!
Anonimo ha detto…
Mio marito ed io soli in un luogo che non era quello di origine, con amici che ci siamo fatti e con la baby sitter ma pur sempre soli nei momenti più problematici, abbiamo cementato il nostro essere coppia così tanto che, pur avendo noi lavori differenti, i figli parlano quasi sempre ad uno di noi usando il plurale! Così, quando si lamentano per qualcosa che ha negato loro il padre accusano sempre anche me mentre recriminano! Bella soddisfazione! Scherzo! In verità hanno avuto una bella iniezione di fiducia nell'amore fra persone e nel matrimonio.
Mila
Mamma in Oriente ha detto…
Non sai quanto ti capisco. Da gennaio ad oggi per me è stato un problema di salute dietro l'altro e, a parte la preoccupazione, il problema principale è stato non prendere in braccio il piccolo. Ha 3 anni e normalmente vuole essere preso solo quando si fa male o molto stanco. Da quando invece gli abbiamo detto che mamma non poteva prenderlo è stata una richiesta continua. Mai infatti come in questo periodo avrei voluto mia madre accanto perché nemmeno a farlo apposta per mio marito ha coinciso con un periodo lavorativo molto intenso che gli ha reso difficile sostenermi. Comunque anch'io credo che potremmo organizzare un incontro fra amiche di fuso a Lourdes!!
Sabina ha detto…
Beh, intanto stai facendo un buon training imparando a cavartela da sola!
E concordo: è difficile immaginarsi di trovarsi così inguaiata con un bambino al seguito... nemmeno io potevo immaginarmi sarebbe stato così difficile!!
Sabina ha detto…
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Sabina ha detto…
Grazie, chissà che la nuvola di Fantozzi se ne vada una volta per tutte!
Proprio ieri dicevamo con mio marito: "Ma ricordi quanto era facile essere ammalati noi due? Mettevi su un film... due film... tre film... e aspettavi che passasse!" Come sono cambiate le cose in tre!!
Sabina ha detto…
Che bella questa cosa che mi dici, Mila: che i vostri figli parlino di voi così! Mi sembra siate riusciti a dare loro l'immagine dell'unione vera ed è una cosa bellissima! Uno splendido esempio!
Sabina ha detto…
Anche per me prendere in braccio Tegolina è stata forse una delle cose più difficili da fare ieri, debole com'ero...
Mi dispiace che anche per te sia stato un periodo duro... magari Lourdes potrebbe essere d'aiuto per entrambe! Ci troviamo lì allora??
Marica ha detto…
eh... che dire...
noi la nuvola della sfiga l'abbiamo avuta a gennaio, ad un certo punto anche io ho avuto "tazza piu' lavandino" in contemporanea, per fortuna e' successo di venerdi' notte e di sabato, cosi' il pupo (che nel frattempo si era ripreso e sprizzava energia) se l'e' spupazzato il marito... ma mentre ero li che vegetavo mi domandavo come avrei fatto se il marito fosse stato in viaggio :-/

poi non so, prob io sono particolarmente problematica, ma D non l'ho mai lasciato a nessuno, a parte la scuola... e le poche volte che siamo andati all'urgent care o e' andato solo chi stava male (mentre l'altro restava a casa con D) oppure abbiamo portato pure D :-/

si, e' dura
Marica ha detto…
ah, cmq questo e' uno dei motivi per cui abbiamo preso il "carrelletto" piuttosto che il sedile... chi lo mette dietro chi davanti, ma io ho sempre avuto paura che la bici mi si sbilanciasse con il pargolo sopra
Sempre Mamma ha detto…
Se abbiamo problemi nella nostra famiglia, anche noi facciamo affidamento solo su noi stessi, non abbiamo parenti che ci vivono vicini, o meglio non abbiamo parenti che voglio che ci aiutino che vivono vicini. Due settimane fa però ho avuto un problema con mio papà e ho chiamato i parenti che vivono vicino a lui che gli hanno tenuto compagni in ospedale finchè sono arrivata io due ore dopo e mio figlio l'ha preso da scuola una mamma di un amichetto perchè non sono riuscita a tornare in tempo. A volte se ho bisogno chiamo in soccorso le mamme dei compagni di classe di Miciomao, per fortuna succede molto raramente.
Mammeneldeserto ha detto…
Sabina che tristezza mi ha messo qs post. Io vivendo da oltre 20 anni lontana da tutta la famiglia devo dire che ho sempre fatto tutto da sola. Sono abituata. Ricordo febbroni a 40 da sola nella mia casetta milanese, però devo dire che pur non chiedendo mi capitava sempre qualcuno che si offriva. Anche qui a Kuwait mi è capitato di ricevere tanto senza chiedere. Giada si rompe il braccio e tutti a far la fila per offrirsi. Io sto male con febbre e vomito e oltre al marito ho amici e vicini che si offrono. Una notte sto male devo andare in ospedale e sale la mia vicina a badare a Giada. Insomma sono davvero stata fortunata per ora. Anche perchè non ho mai potuto contare sui miei da quando ho 18 anni...e quindi so cosa voglia dire. Vi abbraccio e spero che la nuvola di fantozzi voli via.
Luciano ha detto…
Mi spiace tanto, Sabina. Da qui sto soffiando perché la nuvola di Fantozzi se ne vada.
Anche noi siamo da soli, ma credo che ci siano praticamente solo vantaggi e che pagare il prezzo di questi momenti valga la pena.
Anonimo ha detto…
I do agree!
Valecrive
Sabina ha detto…
Anche a noi non era mai successo di stare male entrambi... spero non vi capiti mai perchè è proprio dura da affrontare!
Sabina ha detto…
Avere una rete di contatti, come ho scritto sopra, è importante... e in queste situazioni difficili da gestire da soli risultano proprio indispensabili!
Sabina ha detto…
Sei fortunata ad avere vicino delle persone che si offrono di aiutare! Questa è la prima volta che mi succede che proprio nessuno sia disponibile... ed è stata durissima!
Sabina ha detto…
Grazie Luciano!
Sabina ha detto…
Eh, tra expat ci si capisce bene!!
Mandorlamara ha detto…
Che dire, io non sono una expat, nel senso stretto del termine ma vivo a 1500 km lontano da casa, dagli affetti, e da tutta la rete di supporto che il paesello di origine di puo' fornire.
Ti capisco pienamente.
Siamo soli e io marito siamo diventati "autoportanti", abbiamo certo degli amici (che lavorano) che possono venire a darci una mano ma le sfighe capitano sempre durante la settimana e quindi non posso mica chiedere loro di prendere un giorno di ferie per avere un po' d'aiuto no?

Ti sono vicina

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