Voci italiane a San Francisco # 1

Di blogger italiani che scrivono da San Francisco ce ne sono almeno cinque o sei, che io sappia, e qualche anno fa ci siamo pure incontrati per un pranzo organizzato proprio dalla sottoscritta. 
Ma di recente sono stata colpita dall'incontro con altri italiani che per un motivo o per un altro attualmente si trovano in città e pur vivendo vivendo una vita sanfranciscana non hanno un blog nel quale raccontarla. Mi sono detta: perché non iniziare una rubrica che faccia parlare questi italiani approdati a San Francisco?
E così, eccomi qui ad introdurvi a questa nuova avventura che mi aspetto porti nuove storie da leggere e di cui appassionarsi e nuovi punti di vista su quella che ormai considero la mia città d'adozione. 

Lascio allora la parola a Costanza, una simpatica ragazza napoletana che la scorsa estate mi contattò via mail per avere qualche dritta sul quartiere nel quale alloggiare durante la sua permanenza a San Francisco. Ci fu uno scambio di email e poi un incontro reale che fece sbocciare in me il desiderio di dare spazio nel mio blog a questi italiani oggi a San Francisco...

Che cosa ti ha portato in questa parte di mondo, Costanza?

Suona strano, lo so, ma non ci sono motivazioni lavorative alla base di quest’avventura: un giorno di poco più di un anno fa, stanchi della vita nella nostra città (e nel nostro Paese…), con il mio fidanzato abbiamo cominciato ad immaginare una breve fuga in Nord America (all’inizio anche il Canada era una possibilità), per sperimentare un modo di vivere diverso e provare a vedere se ci potesse essere un posto per noi… Il periodo di tempo che ci siamo concessi, ovvero che ci consentisse di non dover mollare lavoro, casa, etc., ma di metterli in “stand by”, è stato di 3 mesi. La scelta di San Francisco, infine, è avvenuta in maniera molto naturale: volevamo una città sulla costa, una dimensione più americana e meno europea possibile, e un clima mite. Poi c’è da aggiungere che è da quando, bambina di 6 o 7 anni, ascoltavo il 45 giri di Scott McKenzie che sogno di venire in questa città!

San Francisco è la prima città americana che visiti o ce ne sono state altre prima? Che differenze hai notato?

Due estati fa abbiamo fatto un piccolo giro sull’altra costa, da Boston a New York. Mi è venuto spontaneo paragonare San Francisco a New York, che mi è molto piaciuta, e personalmente trovo grandi differenze, soprattutto rispetto alla vivibilità: New York è una città che ti mette in movimento, ti comunica molta energia, ma contemporaneamente molto stress; ho trovato invece San Francisco e i suoi cittadini molto più rilassati. Dopo la prima giornata a New York ero esaltata, ma avvertivo anche una specie di “ansia di prestazione”. Dopo la prima giornata a San Francisco ero a mio agio e mi sentivo felice, a parte il terrore di non trovare casa per i successivi 2 mesi, ma questa è un’altra storia…. 

Che impressione ti ha fatto San Francisco? è stato amore a prima vista?
Sì, posso dire che è stato amore a prima vista. Mi ha spiazzato, perché il primo posto che ho visto è stato Mission, poiché avevamo preso casa a Valencia Street, e lì si respira un’aria decisamente sudamericana, che mi ha conquistato subito, ma non era ciò che avevo immaginato di San Francisco. Poi abbiamo fatto un giro per le strade ad ovest di Valencia (nei quartieri di Castro e Noe Valley) e la bellezza delle case vittoriane o simil tali, i loro colori, la costante presenza di verde, il contrasto con il cielo blu mi hanno fatto definitivamente innamorare.
San Francisco vista dal quartiere di Bernal Heights

Una volta arrivata qui, che cosa ti ha stupito maggiormente? Raccontaci 5 dei tuoi cultural shock!

Non so se si tratti di veri e propri cultural shock, poiché per ora credo di essere ancora in piena fase honeymoon, ma degli “stupori” rispetto a modi diversi di comportarsi e affrontare la vita ci sono sicuramente stati.
1.     la socievolezza: i sanfranciscani ti rivolgono la parola per strada, nei bar, davanti ad un monumento, con una semplicità disarmante, che all’inizio, da buoni napoletani, scatenava la nostra diffidenza: “cosa vorrà da me??”. E dopo poco abbiamo capito che in linea di massima non vogliono niente, sono solo curiosi e spontanei.
2.      la libertà di espressione: qui sembra davvero che ognuno possa scegliere come essere e cosa fare senza preoccuparsi del giudizio altrui. Dalla scelta superficiale di cosa indossare, o NON indossare (sì, a Castro è frequente incontrare uomini vestiti soltanto di un cono che copre le grazie o, in giornate speciali, nemmeno di quello) a quella più profonda di scegliere una vita da broker rampante o da hipster girovago.
3.     il vero senso di appartenenza ad una comunità: ci si dà da fare seriamente e con naturalezza per la propria città e per il proprio quartiere. E’ abbastanza frequente incontrare volontari che puliscono le spiagge, partecipano attivamente alle iniziative della Biblioteca Cittadina o danno una mano alle street fair (che durante l’Indian Summer vengono organizzate tutti i weekend in più parti di San Francisco). La città è dei sanfranciscani e loro vogliono davvero che tutto funzioni e sia vivibile.
San Francisco, Lands End
4.     la presenza della natura, del “selvatico” oserei dire, in città: nella Baia vedere delfini e leoni marini è praticamente all’ordine del giorno; nel parco cittadino (il Golden Gate Park) ci sono le sequoie e un recinto con i bisonti; passeggiando per un sentiero di Lands End (un altro parco, situato nella punta a nord-ovest della città) abbiamo incontrato un coyote; un paio di volte abbiamo visto volare una cicogna sopra di noi…. devo continuare?
5.     la facilità di trasformare una propria passione in business: non che ci abbia provato, ma la sensazione è che ci siano meno paletti legali/amministrativi da superare per “vendere qualcosa”, basti pensare al fatto che si può usare Square per far pagare con carta di credito tramite il proprio iPhone.

Hai assaggiato qualcosa che ti ha solleticato il palato?

A San Francisco ci sono moltissimi ristoranti asiatici e messicani, ed ho sicuramente adorato sia i dim sum sia le taquerie. Per quanto riguarda la cucina americana, invece, ho molto apprezzato i loro brunch, con piatti a base di uova e drink Mimosa (non conoscevo le famose uova alla Benedict, che sono buonissime e vorrei imparare a cucinare), e anche i ristoranti di cucina californiana “new”, ovvero le contaminazioni europee, soprattutto francesi, delle ricette americane.

Un'avventura divertente vissuta a San Francisco?

Quando abbiamo ricevuto risposta per la casa dove saremmo voluti stare, sono iniziati due giorni in cui alternavamo una fitta corrispondenza con l’intermediario a spedizioni alla banca per racimolare i soldi che avremmo dovuto consegnargli in contanti. A casa sua con il “malloppo” (era sabato pomeriggio e lui non era più in ufficio), si sono susseguite una serie di scene surreali: dal mio intascare il suo ID scambiandolo per un biglietto da visita, al suo contare i soldi seduto per terra in salotto mentre noi conversavamo amabilmente con la sua compagna in un pastiche di italiano, inglese e spagnolo; alla candida esclamazione del mio compagno Marco, una volta usciti di lì, “certo che è stata proprio una truffa perfetta”. La sua era una battuta (lecita, visto che in mano non avevamo che un foglio di carta con su scritte a penna un paio di frasi sull’avvenuto pagamento), ma quando dopo un paio d’ore l’email con cui l’intermediario avrebbe dovuto metterci in contatto con la proprietaria di casa, e che aveva promesso di scriverci entro 20 minuti, non arrivava e googlando su di lui abbiamo trovato che era un “habitual craigslist abuser”; e ancora quando non rispondeva né a telefonate né a sms (lui che era stato sempre celere a risponderci durante i 2 giorni precedenti), il terrore si è impossessato di noi...
Ovviamente tutto si è risolto per il meglio: ancora una volta la paura era frutto della nostra diffidenza (italiana?) e i giorni successivi ogni tanto scoppiavo a ridere improvvisamente pensando alla scena di noi due bianchi e tremanti davanti alla pagina di Google che attestava il fatto di essere stati imbrogliati…

Che cosa suggeriresti di fare a un turista che arriva in città? Che cosa ritieni sia imperdibile?

I miei suggerimenti si discostano molto da quello che un turista può trovare su una guida di viaggio, poiché i posti che ho più amato a volte non sono nemmeno citati… Secondo me la città va conosciuta passeggiando per i suoi quartieri, fermandosi nei parchi, che sono frequenti ovunque, e nei café, dove una sosta per uno spuntino è molto piacevole ed anche abbastanza economica (considerando quanto è generalmente cara San Francisco).
In quest’ottica consiglierei delle passeggiate a Mission e il suo Dolores Park, a Bernal Heights con l’omonimo parco e Holly Park, a Height Ashbury ed Alamo Square, a Castro e Corona Heights, e nella zona del Duboce Park. 
San Francisco, Duboce Park
Poi consiglierei una passeggiata ai Sutro Baths e a Lands End, dove si trova il mio posto preferito (almeno finora), ovvero una caletta incantevole lungo il Costal Trail difronte al Mile Rock Lighthouse. Infine sono imperdibili il Golden Gate Park,  Fort Point, da cui il Golden Gate Bridge offe il suo profilo “classico” (quello del film Vertigo per intenderci) e Ocean Beach, un’immensa spiaggia con onde alte e attraenti.

Per quella che è la tua esperienza, a che cosa ti sembra di aver rinunciato venendo a San Francisco in questo periodo? E che cosa hai guadagnato?

Sarò cinica, ma non sento di aver perso molto. Mi sono certamente mancati gli affetti più cari, ma, trattandosi di un periodo limitato, non è stata una vera e propria rinuncia. Ho guadagnato, invece, libertà, orizzonti più ampi (banalmente), la consapevolezza di dovermi lanciare in avventure più definitive e anche un paio di nuovi amici.

Che cosa ti lascia questa esperienza all'estero?

Un grande amore per San Francisco, il desiderio di tornarci, e anche di esplorare altre città americane, e poi la ferma decisione di conservare la carica di vitalità ricevuta da questa esperienza.

Grazie Costanza, grazie per aver averci parlato di te e della tua avventura a San Francisco.

A voi lettori dico invece che questa rubrica intitolata "Voci italiane a San Francisco" uscirà il 10 di ogni mese. 
Nella prossima intervista di dicembre conosceremo un'altra persona interessante che è già pronta a raccontarci la sua storia!
Alla prossima


Commenti

Anna Bernasconi Art ha detto…
È sempre interessante sentire i punti di vista altrui, scommetto che anche tu che vivi lì scoprirai qualcosa di nuovo!
Unknown ha detto…
Che bella questa nuova rubrica!!! Avere più punti di vista sulla propria città arricchisce e io che amo SF posso scoprire cosine nuove! Ehehe!
Ps Sto ancora sorridendo per la scena di loro due al pc sbiancati!! Ahahaha
Rosanna ha detto…
che bella ed interessante intervista .... e anche l'idea di una rubrica fissa per ampliare i nostri orizzonti......
A. ha detto…
adoro San Francisco ma l'ho conosciuta solo da turista! Seguirò questa rubrica con piacere e curiosità
cristina
http://sofiscloset.blogspot.it

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