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Visualizzazione dei post da ottobre, 2014

È nata!!!

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Sono emozionata, eccitata, felice nello scriverlo.  Oggi, in quel di Bari, è nata una piccola dolce principessa con due belle guanciotte tutte da baciare e un adorabile nasino a patatina, che adesso se ne sta lì a dormicchiare al calduccio, riposandosi dopo tutte queste ore di travaglio. Non è una bambina qualunque: è la figlia di mia cugina, una cugina che per me è sempre stata come una sorella.  E adesso, la stessa cugina che da bambine non riusciva a dirmi di no quando insistevo per dormire nella stessa stanza insieme, da sole io e lei, e scivolava in camera dei suoi appena io mi addormentavo... ora è diventata mamma e ha una creatura da stringere tra le sue braccia [...]. Quando ieri mattina ho saputo direttamente da lei che era partito il travaglio, mi sono agitata. Non riuscivo più a fare niente. Ero attraversata da un milione di sentimenti contrastanti che sono ancora qui, a dire la verità.  E durante il giorno pensavo continuamente: "Io sono a San Francisco, dall

Dal dottore a San Francisco

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Andare dal dottore, anche in Italia, mi ha sempre messo un po' d'ansia, a meno che non si trattasse di un passaggio rapido per un certificato sportivo o qualcos'altro di indolore.  Del resto, quante volte avevo sentito storie di persone che andavano ad un controllo e poi scoprivano di avere una malattia grave...   Provate quindi ad immaginare che cosa possa significare per me andare dal dottore qui a San Francisco dove la lingua che viene parlata non è nemmeno la mia lingua madre. Vi assicuro che anche una laurea in lingue e letterature straniere non aiuta a far passare il timore di non sapere spiegare esattamente i sintomi che si hanno e soprattutto di non capire che cosa ti viene detto dal medico in persona! La prima volta che sono stata dal dottore qui in California, è stata un'esperienza memorabile: abbiamo scoperto che saremmo diventati genitori di lì a pochi mesi. E se ci ripenso, sorrido ancora ripensando a quella scena. Noi due lì, dentro a quella stanzetta m

E per la serie "A volte ritornano"... anche dal Missouri!

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Sono in aereo, sul volo che da Chicago mi riporta a casa, a San Francisco. Rientro da una conferenza sui libri medievali che si è tenuta a St. Louis in Missouri e sono stanca, decisamente provata da questo viaggio. Osservo il paesaggio sotto di me e non riesco quasi a staccarmi dal finestrino.  Da chilometri non si vedono altro che montagne spoglie, che vanno dal bianco al marrone, passando per un rosso terra che mi ha sempre affascinato. Piccole nuvolette bianche se ne stanno sospese sopra quei rilievi riflettendo sotto la loro ombra.  Gli Stati Uniti sono davvero un Paese enorme e ci si rende conto di questo proprio quando si è su un aereo che li sorvola.  Il mio volo dura circa 5 ore e di città sotto all'aereo praticamente non ne ho viste per ore. Sembra di guardare una cartina fisica dall'alto, con quei rilievi che sembrano disegnati e quegli specchi d'acqua blu che compaiono di tanto in tanto ad interrompere la banalità di questo paesaggio arido e a