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Visualizzazione dei post da novembre, 2012

Ma come ho fatto a vivere senza? #1

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Inauguro con oggi questa rubrica intitolata appunto "Ma come ho fatto a vivere senza?", che ci porterà dritti dritti fino a Natale.  Ho visto che per molti è già parti to il conto alla rovescia con la preparazione del calendario dell' Avvento e l 'nseguimento dell' Elf on the Shelf ... Beh, con questa rubrica mi propon go di assecondare la vostra curiosità re lativa alla varietà del mercato americano e di farvi fare pure qualche risata, mostrandovi quanto di più assurdo si possa pensare di acquistare, per sè o per i propri cari per Natale.  Vuoi un regalo originale, unico nel suo genere e per questo assolutamente inestimabile?  Non ti preoccupare: qui troverai una vasta gamma di oggetti particolarissimi e ti assicuro che, dopo averli visti e conosciuti, anche tu ti chiederai: "Ma come ho fatto a vivere senza?" .  Partiamo con il primo della serie.  Eccolo qui!  E non poteva non essere lui, vero Madd in a cara? D el resto, come si può

Dal pensiero alla parola

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Mi trovavo nella metro oggi, diretta al dipartimento di storia dell'arte di Berkeley. Finalmente ho visto il campus con il sole!  Non vi dirò che il dipartimento è esattamente come lo immaginavo.  Non vi dirò che ha lunghi corridoi dalle pareti bianche e che le porte degli uffici sono di legno, bianco.  Non vi dirò nemmeno che ogni ufficio è dotato di una spaziosa cattedra in legno chiaro e di librerie.  Non vi dirò quindi che in generale l 'ambiente era molto accogliente. Vi dirò invece quello che ho pensato, seduta nella metro.  Ho pensato questo:  io nei mezzi di trasporto penso tantissimo.  Mio marito dice che quando corre, gli capita di pensare tanto. Io non mi capacito di questa cosa perchè quando corro, lo sforzo è talmente intenso, che non mi permette di pensare. Al massimo penso: "Ma quando finirà questa agonia?".  Ecco, oggi ho realizzato che nei mezzi di trasporto io penso proprio tanto. Sarà perchè sono seduta al calduccio e so

La festa del tacchino, ovvero il Thanksgiving Day

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Eccoci qua alle prese con il nostro primo Thanksgiving in terra americana.  Di che si tratta? Si tratta del giorno de l ringraziamento con il quale si ricorda l'arrivo dei Padri Pellegrini nel Nuovo Mondo nel 1621.  Per farla breve, fuggiti dall'Inghilterra perchè perseguitati per le loro idee religiose piuttosto integraliste, approdarono a Plymouth, nel Massachussets, nel nord dell'America. Erano in tutto 102, tra uomini, donne e bambini . L'inverno era alle porte e i semi portati dall'Inghilterra e piantati in questo territorio così selvatico e ostile non diedero buoni frutti, tanto che quasi la metà dei coloni inglesi non sopravvisse a quel primo inverno.  Fortuna che i nativi d'America ebbero pietà dei nuovi arrivati e indicarono loro i prodotti da coltivare e gli animali da allevare (granturco e tacchini per lo più). Grazie agli indiani, i coloni riuscirono ad adattarsi a l nuovo contesto e, per celebrare il successo del primo raccolto, si

Ciliegine

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Metti una sera al cinema, anzi metti una sera al Festival del Cinema italiano a San Francisco, e scoprirai un film come Ciliegine , ovvero The Cherry on the Cake con Laura Morante e da lei stessa prodotto.  Non lo avete mai sentito nomi nare?  Eccovi qui il trailer. Lo consiglio per una serata leggera, quando si ha bisogno di farsi quattro risate, ironizzando un po' sulle crisi ormonali del genere femminile e il mancato coraggio di di re come stanno le cose, da parte del genere maschile .  Metti un a sera al cinema in centro città, metti che in sala c i fossero anche i registi che hanno partec ipato al concorso, Virzì, Cotroneo, ad esempio. Metti che il premio finale venga vinto da Andrea Segre. E poi, mettici anche un party post film con annessa cena di tutto rispetto in un locale molto trendy , con luci soffuse, un degno banchetto, e camerieri di bianco e nero vestiti.  Mettici poi una buona compagnia spiccatamente italiana e piuttosto ridaiol a.  Quel ch

Le solite marche? Non ti curar di loro, ma guarda e passa

Un'altra cosa che pensavo, prima di arrivare qui in America, riguarda i cibi dal le marche più note in Italia.  Credevo insomma che, acquistando un prodotto venduto in tutto il mondo, ovunque si andasse si potessero gustare gli stessi sapori.  E invece, no. Apro una piccola ma fondamentale parentesi. Quando fai la spesa in terra straniera, le prime volte, ti senti completamente disorientato: nessun prodotto ti attira perchè t utto appare ai tuoi occhi totalmente estraneo. Non riconosci niente. Non c'è niente che ti sia familiare: nè una marca di biscotti, nè un barattolo di verdure, nè una bottiglia di detersivo. Anzi, generalmente devi leggerti tutte le etichette di tutto per cercare di capire che cosa hai in mano: detersivo o ammorbidente? Confesso che per qualche settimana ho continuato a lavare i capi in lavatrice con due ammorbidenti, invece che col detersivo. Ops!  Fatto sta che in tutto questo marasma, con la mente in tilt dopo due ore dentro al supermercat

L'isola felice

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Prima di arrivare in California, pensavo che in America se li sognassero i nostri prelibati prodotti italiani. E sono partita da Pa dova credendo ch e qui avrei patito la fam e, e mi sarei dovuta abituare a prodotti americani concepiti per il mercato americano. Avrei quindi dov uto rinunciare per un po' al piacere di cucinare all'italiana.   M i sono dovuta ricredere e oggi vi presento le mie constatazioni a sette mesi di distanza dal nostro approdo in terra straniera .  Mi aspett avo ad esempio di trovare la pasta, perchè immaginavo che gli americani ne fo ssero ghiotti, ma di certo non potevo immaginare che ci fosse persino da scegliere tra una marca e l'altra. E non immaginavo nemmeno che avrei potuto trovare il pesto alla genovese, i funghi secchi, l'olio d'oli va extravergine o il provolone, la mo zzarella, la scamorza affumicata, il pro sciut to crudo, la mortadella o la ricotta fresca, di tanto in tanto , e persino tutto il necessario per lo

La fine della mia zucca

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Non è che io impazzisca per la zucca, anzi direi che il suo sapore dolciastro non mi piace affatto.  Però è anche vero che, c'è zucca e zucca e quando la zucca è veramente buona, è gustosa e piacevole al palato proprio per quel particolare sapore .  Ricordo per esempio dei ravioli alla zucca e noci che ho assaggiato in provincia di Mantova qualche anno fa e che mi hanno piacevolmente sorpresa. La nostra zucca di Halloween non rientrava però nella categoria "zucca veramente buona" ed io non sapevo proprio che fine farle fare. Di ce rto n on si poteva bu ttarla, perchè qui non si butta via mai niente, e quindi mi sono ingegnata un po'.   Mi sono quindi inventata la seguente ricetta che con grande piacere vi presento, sperando che la vogliate provare prima o poi - magari per liberarvi anche voi delle zu cche halloweeniane rimaste nei paraggi - e che vogliate farmi sapere che cosa ne pensate. Ecco qua!  E chi ssà che si riescano a soddisfare anche i palati

Auguri nanetta! Giochi d'acqua per te

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La nostra nanetta compie gli anni domani, e anche se siamo così distanti, il nostro cuore è in festa!   Che ne dici, piccolina: f es teggiamo con una bella c iambella... o meglio con una stampella?   Questa storia è un po' lunga da raccontare: certo è che a me basta pensarci per sorridere, pensando a questi scambi di parole totalmente involontari che, freudianamente parlando, trovo invece assai si gnificativi per la nostra nipotina .  Quando ha compiuto gli anni il nanetto suo fratello , vi avevo parlato del parco giochi al Dolores Park .   Oggi invece in onore della nostra dolcissima nipotina, vi mostrerò un parchetto per bambini che si trova su Valencia Street, tra la 19th Street e la 20th. Si tratta più che altro di un playground, ovvero di un piccolo spazio per bambini che scopro essere stato aperto nel maggio del 2012 grazie ad una donazione di 500 000 dollari da parte della City Fi elds Foundation ( qui per un approfondimento ).   A differenza delle giostr

Buon onomastico!

Pare sia veramente arrivato il fatidico giorno delle elezioni: Barack Obama versus Mitt Romney, e noi tutti qui a guardare, in trepidante attesa del risultato.  Ma visto che non abbiamo diritto di voto e quindi non abbiamo parte attiva nella questione, ci lasciamo andare ad altri ragionamenti di carattere decisamente più italiano.  E parliamo un po' d i santi e onomastici visto che oggi a San Francisco festeggiamo san Leonardo! Ho scelto per l'occas io ne una foto tratta dal sito del Comune di Monopoli (ecco qui la fonte ) che ritrae la cripta di San Leonardo, XIII secolo. Un altro dei tesori nascosti della nostra bella Penisola che merita di essere esplorata tutta! Festeggiamo san Leonardo nel senso che a casa nostra si festeggia! Stiamo pensando di andare a cena fu ori questa sera per provare il sushi in un o dei locali più rinomati della città. Ci pareva una bu ona occasione... Io però oggi mi chiedevo se qui in America saprebbero rispondere ad una mia ipotetic